Corriere della Sera

Xu Qiulin, il riformista a capo dei cinesi di Prato «Basta morire di lavoro»

L’imprendito­re neoeletto: garantiamo i diritti di tutti

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Con il nostro lessico potremmo definirlo un «riformista». Xu Qiulin ha 52 anni, fa l’imprendito­re tessile e sta per diventare il presidente dell’Associazio­ne di amicizia dei cinesi di Prato, la più importante all’interno della comunità asiatica in virtù delle mille famiglie iscritte (di cui cento sono imprendito­ri) e del riconoscim­ento ufficiale da parte del consolato cinese e delle autorità di Pechino. Xu Qiulin — per gli italiani Giulin o Giulini — ha scommesso sul dialogo da tempo e infatti è stato il primo industrial­e cinese a iscriversi a sorpresa alla Confindust­ria italiana nell’ormai lontano 2004. La sua ditta di confezioni in pelle per donna si chiama Giupel e si è sempre sforzata di tirar fuori un prodotto di qualità medio-alta ovvero di creare già nel posizionam­ento commercial­e i presuppost­i per non vivere di lavoro nero, sfruttamen­to dei propri connaziona­li e aggirament­o delle regole del Paese ospitante. Non a caso tra i 15 dipendenti della Giupel due terzi sono italiani e comunque l’azienda è pienamente in attivo avendo chiuso il bilancio 2016 con 7,5 milioni di utile.

Xu Qiulin è nato a Wenzhou come la maggior parte dei cinesi di Prato, suo padre era un commercian­te di ricambi per auto, vive in Toscana dal 1989, ha 4 figli ed è pienamente insediato in città e nell’economia italiana. Tradiziona­lmente la nomina del presidente dell’Associazio­ne avveniva in un ristorante cinese tra una portata e l’altra, stavolta a marcare la discontinu­ità tutto si svolgerà nella sala convegni della Camera di Commercio alla presenza del console cinese Wang Fuguo. Ma le novità non si fermano al mutamento dei riti formali. Xu Qiulin sta lavorando, infatti, alla stesura di una «lettera aperta» ai cittadini di Prato nella quale chiederà collaboraz­ione e aiuto per realizzare un «cambio di passo». «Non si deve più morire a causa delle condizioni di lavoro — sostiene Xu Qiulin — L’Associazio­ne è decisa a impegnarsi perché siano garantiti dignità, diritti e una casa anche attraverso iniziative concrete che voglio proporre alle autorità e al Comune di Prato». È bello vedere ragazze e ragazzi italiani e cinesi che studiano insieme, In azienda Xu Qiulin, 52 anni, è il presidente designato dell’Associazio­ne di amicizia dei cinesi di Prato

aggiunge Xu Qiulin, «ed è questo il più rivoluzion­ario e concreto messaggio di speranza».

Già da queste parole si intuisce la profondità della svolta riformista che il nuovo presidente vuole impegnarsi a realizzare. Da una parte ricostruir­e un rapporto di fiducia reciproca tra la popolazion­e pratese e i cinesi residenti in città (operazione tutt’altro che facile) e dall’altro favorire l’evoluzione del modello di business fino a prefigurar­e un collegamen­to tra l’imprendito­ria tessile pratese e quella cinese dell’abbigliame­nto, sotto lo slogan «Per fare un bel capo ci vuole tessuto di produzione italiana». Forse è solo un sogno ma varrà la pena seguire con attenzione il percorso di Xu Qiulin. In passato tentativi analoghi partiti da altri imprendito­ri cinesi dopo il tragico rogo del Macrolotto sono rimasti lettera morta ma stavolta si spera che dietro gli impegni del nuovo presidente ci sia anche il coinvolgim­ento «politico» della comunità cinese e delle autorità emanazione di Pechino. Un riformista, pur coraggioso e stimato in città, da solo non potrebbe dipanare le contraddiz­ioni che ormai da troppi anni attanaglia­no Prato. «So che ci vorrà tempo e tanta pazienza» ammette Xu Qiulin.

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