La Brexit della flautista Viola «Ma noi restiamo l’Europa»
L’Orchestra Ue lascia Londra per Ferrara. «Consolo i miei colleghi»
LONDRA L’esodo dalla Brexit è cominciato. Prima ancora che la Gran Bretagna lasci l’Unione europea, nel marzo del 2019, le grandi banche stanno già mettendo a punto i piani per trasferire uffici e personale. E la battaglia per aggiudicarsi l’Agenzia del Farmaco, che dovrà traslocare da Londra, è alle battute finali, con Milano che spera di avere la meglio sulle città concorrenti.
Ma intanto un pezzo di cultura europea ha già deciso che abbandonerà le rive del Tamigi per stabilirsi in Italia: è l’Orchestra Giovanile della Ue, nata nel 1976 da un’idea di Claudio Abbado, che due settimane fa ha accettato l’offerta del ministro della Cultura Dario Franceschini e dall’Inghilterra si trasferirà al Teatro Abbado a Ferrara. Una decisione salutata con particolare favore dal nostro ambasciatore a Londra, Pasquale Terracciano. Ed è contenta anche Viola Brambilla, la flautista milanese 21enne che è una dei tre membri italiani dell’orchestra: «Sono fiera di andare in Italia — dice al telefono — sarà una enorme opportunità per i giovani musicisti italiani. Non mi aspettavo questa decisione così presto, anche se già dall’anno scorso si era parlato dell’Italia come nostra salvatrice».
Viola viene da una famiglia di musicisti, anche se si definisce «la pecora nera», perché tutti gli altri sono clarinettisti mentre lei ha scelto il flauto. E l’Orchestra Giovanile Europea è stato il suo obiettivo fin da ragazzina: ha cominciato a partecipare alle audizioni da quando aveva 15 anni e finalmente l’anno scorso è entrata nella summer school, dove si partecipa alle prove e si imparano i programmi. Finché è stata scritturata come membro a pieno titolo. «È un’esperienza da cui si esce felici, anche dal punto di vista dei rapporti umani — racconta Viola — perché si mescolano tante culture senza mai che sorga un problema: è lo spirito dell’Orchestra Europea ed è qualcosa che si riflette anche sul pubblico che viene ad ascoltarci».
In realtà qualche problema c’è stato e lo hanno avuto i musicisti inglesi, che presto dovranno farsi da parte. «Loro sono tristi per questa divisione — spiega Viola — vorrebbero restare con noi, si proclamano parte dell’orchestra: hanno messo sui social le foto della bandiera britannica con quella europea. E noi abbiamo cercato di essergli vicini».
Perché per Viola «l’Orchestra è un esempio per i giovani in quanto esprime al meglio gli ideali europei». E lei stessa dice di «aver imparato che cos’è l’Europa» partecipando all’orchestra giovanile: «Siamo la rappresentazione dell’Unione, il simbolo di quello che potrebbe essere nel futuro».
E la flautista italiana intravede nel suo lavoro non solo la dedizione alla musica, ma un compito più vasto: «Ci sentiamo ambasciatori ideali dell’Europa, la nostra orchestra è uno strumento per far progredire la società». Auguri, Viola.