L’America ci ripensa: class action più difficili
WASHINGTON Il Senato americano cancella la norma che consentiva le «class action», i ricorsi collettivi di clienti e risparmiatori contro banche e assicurazioni. In parallelo Donald Trump assottiglia le possibilità di confermare Janet Yellen alla presidenza della Federal Reserve. Le due notizie, i due fatti sono collegabili. Fin dalla campagna elettorale Trump aveva promesso di smantellare regole e controlli sulla finanza introdotti da Barack Obama dopo la grande crisi del 2007-2008. E da mesi Janet Yellen ripete di non condividere questa impostazione perché esporrebbe i mercati a nuovi rischi. Intanto il partito repubblicano ha fatto un passo avanti nel programma tracciato dalla Casa Bianca. La decisione è passata solo per l’intervento del vicepresidente Mike Pence che ha spezzato l’equilibrio: 50 senatori a favore, 50 contro. La Camera dei rappresentati ha già approvato il provvedimento a luglio: non resta che la firma di Trump. Sarà quindi cancellata la norma varata da Richard Cordray, il direttore dell’Agenzia per la difesa dei consumatori. Istituti di credito e assicurazioni potranno reintrodurre nei contratti la clausola che impediva ai sottoscrittori di partecipare a una «class action». Il presidente, invece, è tornato sulla questione Fed in un’intervista con «Fox news»: «Mi piace Yellen, ma mi piace anche lasciare il segno e questo potrebbe essere un po’ contro di lei». Il presidente non boccia la politica monetaria dell’attuale numero uno: «Se si guarda ai mercati io e Yellen stiamo facendo molto bene». Due affermazioni contrastanti, dunque, e con Trump è sempre difficile fare previsioni. I candidati ancora in corsa, dice il presidente, «sono due o tre». Janet Yellen resta, comunque, nella rosa, insieme con l’economista di Stanford, John Taylor, e con Jerome Powell, governatore della Fed.