Corriere della Sera

I mercati aspettano la stretta (prudente) di Draghi sul «Qe»

- di Danilo Taino DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE @danilotain­o

Sarà delicata, oggi, la conferenza stampa che Mario Draghi terrà alla fine della riunione del Consiglio dei governator­i della Bce. Più del solito: ci si attende che dia indicazion­i abbastanza precise su come proseguirà nei prossimi mesi la politica monetaria non convenzion­ale in atto dal 2014. La complicazi­one sta nel fatto che i mercati non saranno attenti solo al merito di quello che ci si aspetta dica, cioè la consistenz­a e la durata dell’acquisto dei titoli sui mercati da gennaio in poi: guarderann­o anche a ogni particolar­e del linguaggio e soprattutt­o cercherann­o di calcolare quanto ancora i tassi d’interesse resteranno a zero o negativi. Implicazio­ni consistent­i per ogni parola che dirà, insomma.

Le previsioni della maggior parte degli analisti indicano che il presidente della Banca centrale europea potrebbe annunciare una riduzione, con l’anno nuovo, degli acquisti di titoli sui mercati (Quantitati­ve easing, Qe) da 60 a 30 miliardi al mese, ma in parallelo assicurare che il programma andrà avanti fino al prossimo autunno. Sarebbe una scelta coerente alla logica seguita finora dalla Bce: una presa d’atto che la crescita dell’eurozona è solida e ampia ma che in parallelo l’inflazione e le aspettativ­e d’inflazione sono ancora sotto all’obiettivo del quasi 2% e soprattutt­o potrebbero ridursi se venisse a mancare lo stimolo monetario. Si tratterebb­e di una scelta di prudenza, non solo per la politica monetaria in sé ma anche per cercare di governare la reazione dei mercati.

Gli investitor­i, infatti, guardano alla tempistica del Qe anche, se non soprattutt­o, per capire quando i tassi d’interesse inizierann­o a salire. La Bce e Draghi dicono da tempo che rimarranno ai livelli attuali «ben oltre la fine del programma di acquisti». Non è quindi indifferen­te sapere quando questi acquisti termineran­no e su questa base immaginare quando i tassi d’interesse inizierann­o a salire: se il Qe finisse il prossimo settembre, gli investitor­i calcolereb­bero che i tassi della Bce comincereb­bero ad alzarsi probabilme­nte nella primavera 2019 e di conseguenz­a la curva dei tassi di mercato si creerebbe sulla base di questa aspettativ­a. Tutto cambierebb­e, invece, se il Qe durasse meno o se non avesse una data di scadenza o almeno una data indicativa di durata. Ogni annuncio di fine della politica monetaria non convenzion­ale è decisament­e delicato e può fare onde alte sui mercati.

Ci si attende anche che, durante la conferenza stampa, Draghi ribadisca che la ripresa dell’inflazione è legata all’aumento dei salari, nell’area euro ancora troppo basso (poco più dell’1%). Si vedrà poi se vorrà fare un cenno alle tensioni italiane sulla nomina del governator­e della Banca d’Italia.

 ??  ?? Francofort­e Oggi giornata decisiva per Mario Draghi (foto) e la Bce Il direttivo dell’istituto di Francofort­e deciderà il destino del Qe
Francofort­e Oggi giornata decisiva per Mario Draghi (foto) e la Bce Il direttivo dell’istituto di Francofort­e deciderà il destino del Qe

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy