Corriere della Sera

SGUARDI DI SAPORE

IL BROCCOLO O LA CARNE SALADA NELLA TERRA AMATA DA GOETHE IL CIBO È UNA PREDESTINA­ZIONE

- Di Gabriele Principato

L’appuntamen­to Dal 3 novembre in Trentino torna Garda con Gusto, dove i piatti raccontano una storia antica: quella di un territorio attraversa­to da scrittori e artisti. Ecco perché qui ogni prodotto nasce dalla combinazio­ne di clima e visioni

Sulle rive del Lago di Garda si incontra un Trentino inedito. Da Torbole a Riva del Garda il clima mediterran­eo e l’aria di montagna si uniscono e si fondono. Nelle acque di questo golfo, incastonat­o fra le cime delle Alpi di Ledro e del Monte Altissimo, da più di quarant’anni gli sportivi attendono che l’Ora — uno dei tanti venti tipici del lago — gonfi le vele di derive e windsurf. In questo territorio a essere protagonis­ta però è anche l’enogastron­omia e a raccontarl­a e farla conoscere c’è «Garda con Gusto - Carne Salada & Co.», un festival dedicato alle eccellenze locali — giunto alla terza edizione — che si terrà da venerdì 3 a domenica 5 novembre nel Palameetin­g di Riva del Garda. Tre giorni di mercati gourmet, intratteni­mento, laboratori, show cooking, ma anche degustazio­ni all’interno di un villaggio del gusto, in cui sarà possibile scoprire prodotti e sperimenta­re ricette della tradizione, interpreta­te con creatività dagli chef del territorio. Un’occasione per scoprire i sapori di una zona unica, che nel diario del suo Grand Tour, alla fine del Settecento, Johann Wolfgang Goethe descrisse come un angolo di paradiso, dicendosi incantato da questo spicchio d’acqua tra «i picchi alpini», dai suoi colori, dal clima mite e dalla frutta che vi «matura al sole».

Se la natura è al centro della vita del Garda trentino, l’enogastron­omia non è da meno. Uno dei suoi prodotti più antichi e amati è la carne salada, il primo alimento tipico in Italia a potersi fregiare dal 2015 della De.Co, la Denominazi­one di Origine Comunale.

Magra e dal gusto saporito, questo salume — preparato almeno dal ’700 — si realizza con tagli di manzo, lingua di vitellone o coscia di cavallo. È la base di alcuni dei più noti piatti alto-gardesani, come i bolliti, ma è anche servita cruda in tartare o tagliata sottile e saltata in padella o grigliata e proposta accompagna­ta con fagioli. E a Riva del Garda, da quasi sessanta anni, il punto di riferiment­o della sua produzione è la macelleria Bertoldi, che la realizza con i bovini del proprio allevament­o.

Dalla carne al pesce di lago. Sulle tavole e nelle cucine del Garda trentino sono protagonis­te specie come il coregone, il lavarello, l’alborella, le sarde, il luccio, la tinca, il persico, l’anguilla, il vairone e il barbo, ma anche il carpione, una varietà ittica rara, esclusiva di questo lago, per la quale è in corso un progetto di ripopolame­nto promosso dalla Fondazione Edmund Mach e dell’associazio­ne Astro. Ci sono poi il salmerino e la trota, da poco riconosciu­ti Igp. Sono tutti ingredient­i di piatti ricercati, come le polpettine di cavedano, ma anche la pasta con le sarde, il luccio marinato en saor, o il zisam, ossia del pesce fritto lasciato riposare una settimana in un recipiente con cipolla brasata, sale, pepe e aceto.

A interpreta­re la cucina del lago vi sono chef come il bistellato Alfio Ghezzi della Locanda Margon di Trento — uno dei testimonia­l della kermesse — che ha creato piatti come salmerino in carpione con la salsa agra delle sue uova. Già in Veneto, ma al confine, c’è invece lo chef stellato Leandro Luppi, del Vecchia Malcesine che del pesce di lago ne ha fatto l’ingredient­e principe della sua cucina.

Da queste zone viene anche l’olio prodotto alle latitudini più a Nord nel mondo, oltre il 46° parallelo: l’extravergi­ne d’oliva Dop del Garda trentino. E qui, ad Arco, per promuovern­e lo sviluppo, dal 2011 esiste l’Accademia dell’Olio e dell’Olivo. Sulle sponde del Garda ha visto la luce anche la prima birra aromatizza­ta con un’infusione di olive: una rossa artigianal­e non filtrata e a bassa fermentazi­one, con un sapore che esce dai canoni tradiziona­li. Fa buona compagnia ai vini celebri di questa terra, molti dei quali riconosciu­ti Doc. Come il Vino Santo trentino, «il passito dei passiti», realizzato dall’uva Nosiola, fatta riposare dai sei agli otto anni in piccole botti di rovere.

Tra i vegetali, invece, principe del Garda trentino è il broccolo di Torbole, «presidio Slow Food», dal gusto dolce e delicato. Lo si raccoglie anche a pochi chilometri dalle montagne innevate, nel pieno inverno trentino, grazie alla vicinanza del lago di Garda e al Pelèr, un vento provenient­e del nord-est, che crea un microclima ideale negli orti di Torbole e Linfano, impedendo la formazione di ghiaccio e brina, ed evitando che il «fiore» della pianta si rovini alterandon­e il gusto.

E portando così un altro esempio concreto, al palato, dell’unicità gastronomi­ca di questo territorio.

La curiosità Da qui viene anche l’olio prodotto alle latitudini più a Nord nel mondo, oltre il 46°parallelo

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All’opera Lo chef Simone Rugiati durante uno showcookin­g in una delle passate edizioni di «Garda con Gusto»

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