Addio a Fats Domino, vocione (e pioniere) del rock’n’roll
Addio al vocione del rock’n’roll. È morto ieri a New Orleans Fats Domino, uno dei pionieri del rock’n’roll negli anni Cinquanta. Aveva 89 anni e le autorità hanno ufficializzato un decesso per cause naturali.
Voce profonda, taglio di capelli piatto, faccia allegra e qualche chilo di troppo, Domino in carriera ha venduto oltre 100 milioni di album. Tra i suoi successi indimenticabili «Blueberry Hill», la sua versione è forse la più famosa di questa popolare ballad blues ed è finita anche nell’elenco delle registrazioni storiche della biblioteca del Congresso americano, e «Ain’t That a Shame» diventata uno dei classici del rock’n’roll.
Vero nome Antoine Domino, veniva da una numerosa famiglia di origini creole, e si era ritrovato il soprannome Fats per la stazza e perché il suo stile esplosivo al pianoforte ricordava quello di una leggenda (sovrappeso) come Fats Weller. Aveva lasciato gli studi a 14 anni, lavorava di giorno e suonava nei locali notturni fino a che nel 1949 non arrivò il primo contratto. La prima canzone che pubblicò era autoironicamente intitolata «The Fat Man», l’uomo grasso: pesava (e lo cantava anche) 90 chili ed era sotto il metro e 70. Nel 1955 l’esplosione, anche fra il pubblico bianco, con «Ain’t That a Shame».
Tramontata l’era del rock and roll la sua popolarità era sfumata e dopo il 1970 la sua attività, sia discografica che live, rallentò fino quasi a fermarsi. «Mi ero rifiutato di cambiare — aveva raccontato anni dopo —. Dovevo rimanere fedele al mio stile che avevo sempre usato oppure non sarei stato io». Aveva sempre vissuto a New Orleans ed era stato fra gli sfollati per l’uragano Katrina nel 2005: inizialmente dato fra i dispersi, era stato tratto in salvo da un’imbarcazione ma la sua abitazione era stata gravemente danneggiata e l’inondazione si era portata via arredi e oggetti tra cui tre pianoforti e decine di dischi di platino e d’oro.