Vettel per l’orgoglio e per l’onore vuole rinviare la festa di Hamilton
In Messico la Ferrari cerca la vittoria per dare un senso al finale di stagione
Le gigantesche arterie che attraversano la megalopoli centroamericana sono tappezzate di cartelloni, la F1 qui è accolta con calore. «Vamos Checo», il cuore sta con l’idolo locale Sergio Perez ma gli occhi dei 300 mila attesi nell’autodromo intitolato ai fratelli Rodriguez fisseranno il 17° atto del duello fra Hamilton e Vettel. Può essere l’ultimo, a Lewis basta arrivare quinto per conquistare il quarto titolo, indipendentemente dal risultato di Seb.
In attesa che la festa cominci, la Ferrari prova a rimandarla per tenere in vita una sottilissima speranza. Parlare di rimonta con un distacco di 66 punti a tre Gp dalla fine assume contorni fantascientifici, ma l’orgoglio e la rabbia per una stagione fuggita via con troppo anticipo impongono di lottare e di arrendersi con onore. Fino all’ultima curva dell’ultimo giro del Mondiale, hanno sottolineato Sergio Marchionne e Maurizio Arrivabene. Tornare al successo — manca da luglio, da Budapest — darebbe un senso a un «girone di ritorno» senza gioie.
Ad Austin si è vista una Rossa convalescente dalle ferite rimediate in Asia, Hamilton però ne aveva di più. La pista texana non era amica, ma la Ferrari è stata anche prudente sulle mappature del motore per scongiurare altri guai. Qui invece dovrà solo attaccare, il rettilineo più veloce del calendario — l’anno scorso Bottas toccò il picco record di 372,5 km/h — sarà un test importante anche in chiave 2018. Si corre a 2.240 metri di altezza, per il Cavallino i vantaggi sono aerodinamici: si va in pista con la configurazione da alto carico, come a Monaco e Singapore dove la SF70H è andata fortissimo. Di contro l’aria rarefatta richiede uno sforzo supplementare sulle power unit: con meno ossigeno, il turbo deve girare al massimo e per più tempo per produrre la stessa potenza, e il propulsore Mercedes ha più cavalleria. Servono poi impianti di raffreddamento più efficaci, l’affidabilità sarà ancora cruciale e non solo per la Rossa. Il motore di Hamilton, introdotto in Belgio, ha tanti chilometri sulle spalle. Un particolare che potrebbe complicare la volata finale.
Per Max Verstappen i problemi sono ben più grandi. Privato del podio negli Usa per un sorpasso irregolare su Raikkonen, ha sparato a zero contro i commissari. Le antenne della Federazione sono ben dritte: Vettel per episodi simili (i «vaffa» a Charlie Whiting 12 mesi fa proprio in Messico e la ruotata di Baku quest’anno) è stato obbligato dal presidente Jean Todt alle scuse pubbliche. Succederà lo stesso anche al baby della Red Bull? Vedremo. Intanto dall’universo RB arriva la notizia che il russo Daniil Kvyat è stato di nuovo appiedato: la Toro Rosso concluderà la stagione con Gasly e Hartley. Non è un bel messaggio per Kvyat in chiave 2018.