Tre sfide a novembre per scoprire quanto vale l’Italia del nuovo corso
Era il 18 marzo. L’Italia aveva appena perso 29-0 con la Scozia e aggiunto un altro cucchiaio di legno alla collezione quando il c.t Conor O’Shea pronunciò l’editto di Edimburgo. «È arrivato il momento di cambiare, occorre che tutti mettano da parte il proprio ego e inizino a lavorare in un’unica direzione». Sette mesi dopo l’aria è un’altra ed è decisamente meno pesante. E a certificare il cambio provvede lo stesso c.t. nella sede milanese di Crédit Agricole Cariparma, la banca che per il decimo anno sponsorizza i test di novembre: «In fondo al tunnel adesso vedo la luce, non più un treno».
Chiariamo: l’Italia non è diventata improvvisamente una superpotenza del rugby, ma dopo anni di niente sono arrivati giovani in gamba che si stanno facendo largo, le due franchigie, Treviso e Zebre, hanno cominciato a vincere
O’Shea È vero, ci sono tanti segnali incoraggianti, ora possiamo provare a vincere In fondo al tunnel vedo la luce, non più un treno
molte più partite del solito e a combattere fino all’ultimo secondo sempre e comunque. Tanto che, per la prima volta, mettere giù l’elenco dei convocati che a novembre vestiranno la maglia azzurra ha richiesto più tempo e più ragionamenti del solito perché il c.t. e il suo staff hanno, finalmente, potuto scegliere.
«Sono più sicuri e consapevoli i ragazzi che arrivano adesso dalle franchigie — spiega O’Shea —, abbiamo cambiato modo di lavorare, la condizione fisica non è più un problema. Vincere rimane complicato, anche perché affrontiamo sempre avversari molto forti. Però adesso possiamo pensare di provarci, possiamo crearci delle opportunità. Insomma, siamo sulla strada giusta».
Anche Sergio Parisse, il capitano di lungo corso, uno dei 4 convocati extra franchigie (con Sarto che gioca a Glasgow, Ghiraldini a Tolosa e Padovani a Tolone), sente che l’Italia è all’inizio di qualcosa di nuovo. «Sono felice di vedere tanti giovani con voglia e qualità, mi fanno ricordare quando il giovane ero io. Sono i ragazzi che devono spingere noi vecchi a smettere e quello che mi piace di più è che se perdono di uno o due punti sono incavolati neri. Prima, dopo una sconfitta di misura, sentivo dire: però abbiamo giocato bene. Questi hanno una prospettiva diversa, quella giusta, perché una vittoria è una vittoria, una sconfitta, comunque la giri, è sempre e solo una sconfitta».
Sotto dunque con i test di novembre (saranno trasmessi da Dmax che, salvo sorprese, annuncerà a breve l’acquisizione dei diritti del Sei Nazioni). Si comincia l’11 a Catania con le Figi, il 18 a Firenze la sfida con l’Argentina, il 25, a Padova, quella col Sudafrica. Vincerne una è praticamente un obbligo, vincerne due sarebbe un piccolo trionfo.