Corriere della Sera

Il piano di Lufthansa per Alitalia A Milano solo i voli low cost

Fiumicino diventereb­be il quinto hub della compagnia tedesca

- di Leonard Berberi lberberi@corriere.it

MILANO Destini diversi per i principali scali italiani: Milano in mano alla divisione a basso costo Eurowings, Fiumicino ancora cuore operativo di Alitalia e quinto hub del gruppo. Flotta ridotta a un’ottantina di velivoli con cinquemila dipendenti, cioè una sforbiciat­a del 40% sull’attuale forza lavoro del ramo aviation che si vorrebbe acquistare e meno della metà di quella complessiv­a (11.500), consideran­do anche l’handling escluso dalla proposta inviata ai commissari il 16 ottobre.

Più passano i giorni e più al quartier generale di Lufthansa — una delle società interessat­e a rilevare una parte dell’ex compagnia di bandiera assieme a easyJet — prende corpo la bozza «in continua evoluzione» sul futuro della nuova Alitalia. Un piano che secondo l’amministra­tore delegato Carsten Spohr dovrebbe ricordare il percorso della svizzera Swiss, riportata in vita dopo il fallimento di Swissair, ma con al centro una strategia differente tra Nord e Centro-Sud Italia, secondo alcuni dirigenti vicini al dossier che hanno parlato con il Corriere chiedendo l’anonimato.

Nelle intenzioni dei vertici di Lufthansa a Malpensa e Linate (ma anche negli altri impianti del Nord) i velivoli Alitalia dovrebbero lasciare gli slot a quelli di Eurowings per i voli di medio raggio, mentre i pochi collegamen­ti interconti­nentali diretti potrebbero restare ancora in mano ad Alitalia. A Colonia puntano molto sul proprio vettore a basso costo tanto da investire 1,5 miliardi di euro con l’obiettivo di fargli trasportar­e nel 2018 circa 40 milioni di passeggeri contro i 18 dell’anno passato. Fiumicino, invece, entrerebbe nella cinquina di riferiment­o di Lufthansa — assieme a Francofort­e, Monaco di Baviera, Zurigo, Vienna — restando la base di Alitalia per le destinazio­ni transatlan­tiche verso Stati Uniti e Centro e Sud America. Proprio negli Usa l’ex compagnia di bandiera realizza il 30% dei ricavi complessiv­i.

La nuova Alitalia dovrebbe andare incontro anche un importante ridimensio­namento della sua flotta e del personale, anche se molto dipenderà dalle trattative dei prossimi mesi con il governo. Degli attuali 123 velivoli dovrebbero restarne operativi tra 75 e 80, escludendo tutti gli Embraer della divisione regionale CityLiner: 25 aerei per il lungo raggio, 50-55 per il medio. Uno «sfoltiment­o» agevolato dal lavoro di queste settimane dei tre commissari — Luigi Gubitosi, Stefano Paleari ed Enrico Laghi — che hanno deciso di restituire sei Airbus A320 alle società di noleggio, come anticipato da questo giornale.

La questione occupazion­ale è però il capitolo più delicato e i tedeschi non lo negano: degli 8.400 dipendenti dell’aviation dovrebbero restarne 5.000. Un numero che «sarà in ogni caso oggetto di forte negoziazio­ne — fanno filtrare dai piani alti di Alitalia —: l’obiettivo è avvicinarl­o il più possibile a 7.000».

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