Fuga per la vittoria
Un campionato dentro il campionato: netta la differenza con le altre a cui restano solo le briciole Le prime cinque fanno il vuoto e corrono di più anche rispetto alle principali Leghe europee
La grande bellezza del Napoli, la concretezza dell’Inter, l’imperfezione della Juventus, la praticità della Lazio e l’equilibrio della Roma. Le prime cinque della serie A hanno fatto il vuoto. Se i giallorossi di Di Francesco dovessero vincere il recupero contro la Sampdoria a Marassi, tra dicembre e gennaio, il distacco dalla sesta sarebbe ancora più netto, clamoroso: 6 punti dopo appena dieci giornate. Una specie di club delle grandi, esclusivo e inarrivabile. Il Milan, la grande delusione di questo primo quarto abbondante di stagione, è lontana 12 punti dal vertice e 9 dalla zona Champions.
I numeri spiegano meglio di qualsiasi parola la grande fuga per la vittoria: 125 i punti conquistati dalle cinque candidate regine, 7 in più di quanti ne avevano messi insieme le prime cinque della stagione 2013-14, 35 in più rispetto ai 90 della stagione 200102. Il dato è rilevante anche se messo a confronto con gli altri quattro tornei top in Europa.
In serie A le prime corrono di più, tanto da portarsi a casa l’85 per cento dei punti contro il 71,85 per cento delle prime cinque in Premier League, il 75,5 della Liga, il 67,41 della Bundesliga e il 70 per cento della Ligue1 francese. Quasi un campionato d’élite che sarà deciso dagli scontri diretti. E da qualche possibile variabile impazzita. Viene facile pensare al Milan, o magari la Samp che è partita benissimo. Il Torino è in ritardo, la Fiorentina sta crescendo, sull’Atalanta pesa l’Europa League.
Napoli
La più bella, il suo calcio quasi esatto ha conquistato persino Guardiola. In estate la società si è adeguata alle esigenze di Sarri e ha rinunciato alle tournée milionarie per lavorare in montagna. I risultati si vedono. Il Napoli ha un gioco che si avvicina alla perfezione, ma rispetto al passato ha capito che doveva diventare più pratico e non specchiarsi nella propria bellezza. Così sono arrivate nove vittorie nelle prime dieci giornate. Niente è fatto, sia chiaro: la Champions è una dolcissima distrazione e la rosa è un po’ corta. Però il patto per lo scudetto sta funzionando.
Inter
Contro la Samp, almeno per un’ora, è stata scintillante. Sinora, invece, è stata pratica, concreta, cinica. Però sempre squadra. A Napoli ha gio- cato una straordinaria partita difensiva. E nel finale, spesso e volentieri, ha trovato il guizzo da tre punti: 9 gol su 20 totali negli ultimi 15’. Segno di grande convinzione. Spalletti è il vero leader, il valore aggiunto, più di mitraglia Icardi. Però tante volte l’Inter ha illuso, perciò servono conferme. E un rinforzo a centrocampo perché la coperta là in mezzo è corta.
Juventus
La trasformazione è clamorosa. La Juve ha sempre fondato i suoi successi sulla forza della difesa e sulle grandi motivazioni del gruppo. Adesso invece ha un attacco superlativo, il migliore della serie A con 31 gol, più di tre a partita, ma troppi cali di tensione che fanno infuriare Allegri. Max, che il calcio lo analizza anche con i numeri, sa che se vuole vincere il 7° scudetto deve chiudere la porta.
Lazio
Quando alza il ritmo, quasi sempre all’improvviso, diventa letale. La Lazio è la vera novità di questo campionato per i risultati (7 vittorie nelle ultime 8 partite, 5 di fila), per il gioco, per come sta in campo. Simone Inzaghi prepara e legge bene le partite: gioca con un solo attaccante, lo scatenato Immobile e con sei centrocampisti che si infilano negli spazi e sanno come fare gol. Inoltre ha già battuto due volte la Juve.
Roma
Di Francesco ha saputo vincere lo scetticismo che ha accompagnato i suoi primi passi nella capitale. Eusebio, frettolosamente paragonato a Zeman, ha trovato la quadratura del cerchio regalando ai giallorossi equilibrio e solidità. E il tutto ancora senza aver potuto usare Schick. La difesa è la migliore della serie A (5 gol subìti). Dzeko garantisce forza all’attacco.