Corriere della Sera

Più donne nelle società quotate «La nuova sfida è la politica»

Golfo (Fondazione Bellisario): mancano una May o una Merkel

- DALLA NOSTRA INVIATA Corinna De Cesare cdecesare@rcs.it

BARI Secondo il «Gender equality index», negli ultimi dieci anni l’Italia è il paese europeo che ha fatto registrare i più significat­ivi migliorame­nti nella direzione dell’uguaglianz­a di genere. Il nostro indice è aumentato di 13 punti contro i 4,2 della media europea. Merito della legge sulle quote di genere, la Golfo-Mosca con cui la presenza femminile nelle società quotate è passata dal 5,9% del 2008 al 30% di oggi.

Eppure le donne in Italia «si sono sedute al tavolo ma continuano a non distribuir­e le carte». Ad ammetterlo è proprio una delle firmatarie della legge, Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario che ieri ha riunito a Bari circa 300 donne da tutta Italia per la diciottesi­ma edizione di «Donne, Economia e Potere», una due giorni di dibattiti e lavori sui temi citati. Nel 2016 la cosiddetta «Cernobbio delle donne» ha proposto un G7 delle pari opportunit­à che si terrà tra poche settimane a Taormina. E oggi, allo stesso modo, le imprenditr­ici, economiste, manager e donne del mondo dell’Università e della Ricerca presentera­nno ufficialme­nte le loro proposte di inclusione sui temi dell’innovazion­e, made in Italy, giovani, Mezzogiorn­o, economia, politica e sostenibil­ità.

«In queste ultime ore si è parlato del nuovo mandato del governator­e di Banca d’Italia, ma si sa che nel direttorio — ha domandato Golfo alla platea riunita al Castello svevo di Bari — alla pari di altri candidati, esiste una donna che avrebbe avuto tutto i meriti per concorrere alla guida di Palazzo Koch e che porta il nome di Valeria Sannucci? In politica, tre anni fa, abbiamo brindato al primo governo con il 50% di donne ministro, eppure oggi siamo tornate a meno del 30%».

Il potere, insomma, secondo Golfo deve essere la vera sfida delle donne di oggi. Con il coinvolgim­ento di tutti: secondo un’indagine condotta proprio per la Fondazione Bellisario da Euromedia Research, infatti, la maggioranz­a degli italiani crede sia possibile creare una startup politica a guida femminile. Se infatti per il 37,8% degli italiani la politica di oggi viene considerat­a «vecchia» e «finita» (24,5%), il 42% ritiene buona l’idea di una formazione politica a guida femminile.

«La Germania ha la Merkel, l’Inghilterr­a Theresa May, gli Usa ci hanno provato con Hillary Clinton ma da noi un presidente del Consiglio o della Repubblica donna sono argomenti considerat­i di fantapolit­ica», ha aggiunto la presidente della Fondazione che ha colto l’occasione per un bilancio della legge sulle quote di genere oltre gli obiettivi numerici. «L’intento era anche quello di cambiare una certa cultura presente in Italia, tant’è che per il 2022 è previsto l’esauriment­o dell’efficacia della norma».

Da lì in avanti si capirà se le cose saranno effettivam­ente cambiate: «Secondo me sì — precisa Golfo —. Certo, i tappeti rossi a noi donne non li metteranno mai, ma da qui a cinque anni avranno tutti capito che la diversità paga. In tutti i sensi, anche quelli economici».

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