Allegri sceglie la restaurazione «Voglio vincere con l’equilibrio»
TORINO Si alza l’asticella e la Juve che fa? Finora il salto di qualità contro le squadre di livello più alto non le è ancora riuscito: due volte contro la Lazio, poi con Barcellona e Atalanta. Appena il gioco si è fatto duro, la squadra di Allegri ha faticato, anche se l’unica partita che doveva assolutamente vincere — contro lo Sporting Lisbona — l’ha vinta in rimonta nel finale, grazie a Mario Mandzukic, che oggi torna al suo posto dopo un turno di squalifica.
I 10 gol segnati con Udinese e Spal non hanno per nulla impressionato Allegri. Così come il fatto che la Juve, che ha 1 punto in più del 2016, non segnasse così tanto (31 gol) dal 1951-52, di media 1 rete in più dello scorso anno. Sulla bilancia pesano di più i 3 gol subiti e i 10 in totale: 1 a partita, contro i 0,6 della passata stagione. Una rivoluzione. Ma Allegri vota per la restaurazione. E per tornare ad avere la miglior difesa: «Fare 6-2 in tutte le partite come a Udine è difficile. Bisogna trovare un equilibrio perché nelle grandi partite è normale che se non prendi gol, poi te ne basta uno per vincere».
Col Milan allenato da Montella a marzo è servito un rigore discusso di Dybala al 97’. Ma a San Siro e a Doha in Supercoppa la Juve ha perso. Per questo, per i trascorsi di Allegri in rossonero e per una certa insofferenza nei confronti del gioco proposto da Montella, a Max darebbe molto fastidio non vincere oggi: «Ma non perché è Juventus-Milan — chiosa lui — ma perché la Juventus deve fare i tre punti. Noi l’anno scorso siamo andati due volte a Milano e abbiamo perso con il Milan e con l’Inter, in due partite un pochino strane. E quest’anno bisogna venire via con dei punti. Non sarà facile, bisogna fare una partita tosta. Giocare a San Siro è sempre complicato. Anche se per noi la partita più importante adesso è quella di martedì a Lisbona».
Per semplificare la serata Allegri si dovrebbe affidare alla vecchia Juve, senza quindi nessuno dei nuovi arrivati in campo. Con l’eccezione probabile di Alex Sandro, che dovrebbe lasciare posto ad Asamoah: la nuova versione del brasiliano quest’anno finora è una delle principali delusioni della Juve. Che fatica a tenere corto e compatto il suo 4-2-3-1 «anomalo», proprio perché i terzini non fanno neanche lontanamente il lavoro che facevano lo stesso Sandro e Dani Alves in primavera: l’assenza dell’ex Barça in questo senso sembra più grave anche di quella di Bonucci. «Per quanto riguarda Leo, ha fatto grandissime cose
Allegri/1 Fare 6-2 in tutte le partite è difficile Nelle sfide con le grandi se non prendi gol, ne basta uno per vincere Allegri/2 L’anno scorso a Milano abbiamo perso con Milan e Inter Quest’anno bisogna tornare con tre punti