Idee e coraggio per Milano
Il sindaco di Milano ci accusa di essere legati a idee di impronta futurista, figlie del secolo scorso, «idee che hanno contribuito a modellare sistemi politici di cui non sentiamo la mancanza».
Per la verità noi ci sentiamo più vicini alle città del futuro che ai futuristi del ‘900. Vorremmo una città più gentile verso anziani e bambini, che quando arriva l’autunno non li chiuda in casa per lo smog. Ma anche una città aperta e giovane. Per questo vorremmo più coraggio nel cercare soluzioni che inducano comportamenti virtuosi. Vorremmo più libertà per i nuovi modi di lavorare: per questo è importante avere negozi di prossimità aperti 7x24: a Parigi, a Londra, a New York ci sono, e sono negozietti, non sterminati centri commerciali. Lì vorremmo anche poter trovare qualche farmaco di fascia C, cioè per patologie minori come il mal di denti, senza dover vagare di notte per la città alla ricerca della farmacia di turno. Vorremmo una città che si proponga come test per l’introduzione delle auto senza guidatore, che presto diverranno car sharing e affiancheranno e via via sostituiranno i taxi tradizionali. Vietare Uber e Lyft questo sì significa non saper uscire dal ‘900. Ampliare i margini di una libertà educata e rispettosa di regole in evoluzione è la soluzione, non il problema. Ma anche avere più determinazione nello stabilire regole che limitino comportamenti nocivi per la comunità. Ad esempio alzare i costi di ingresso in Area C, almeno al livello di Londra, o impedire la circolazione dei diesel, almeno in inverno. Sappiamo che sono scelte difficili, che rischiano di far perdere molti voti. Ma rincorrendo i voti non si «forgia il futuro», come si propone di fare il dr. Sala.