Corriere della Sera

COSÌ PARLÒ «BELLAVISTA» ORFINI

- di Aldo Grasso

Così parlò Bellavista Orfini: «Se, a fronte di una serie incredibil­e di errori e disattenzi­oni che hanno messo in crisi il sistema bancario italiano, il Pd afferma di voler fare chiarezza si scatena un putiferio incredibil­e: ma è uno scandalo, gridano in tanti, troppi».

Bellavista Orfini è furente, più renziano di Renzi, lui che, da bravo transforme­r, è stato prima dalemiano e poi bersaniano. Il suo bersaglio è Ignazio Visco, confermato dal governo alla guida della Banca d'Italia.

Mutazioni Prima dalemiano, poi bersaniano Ora è più renziano di Renzi

Da presidente del partito aveva proclamato: «Il Pd non ha alcun dubbio sulla propria collocazio­ne. Noi siamo e saremo sempre dalla parte dei cittadini. E dei risparmiat­ori».

Da archeologo mancato, però, Matteo Orfini è più indecifrab­ile del sito di Naupa Iglesia, nel Perù. L’obiettivo del suo attacco (suo e di Matteo Renzi) è il governator­e Visco o è il premier Paolo Gentiloni, che sta avendo non pochi consensi? Succede con quelli che sono seri anche quando ridono, con quelli che sono vecchi anche quando sono giovani, con quelli che sono da un’altra parte anche quando sono con te. E dire che Orfini è cresciuto bene. Suo padre Mario è stato il produttore di film come Il Pap’occhio, Così parlò Bellavista, opere che fanno presagire un’infanzia felice e disincanta­ta.

Ma, proprio come dice Bellavista, «è facile amare l’umanità, difficile è amare il prossimo». Specie se è di sinistra e del Pd, come gridano in tanti, troppi.

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