L’invito a Segio diventa un caso Si muove il pm
DAL NOSTRO INVIATO
La presentazione qualche giorno fa di un docufilm su pena e ergastolo, «Spes contro spem», prima al carcere di Torino «le Vallette» e all’indomani a quello di Asti. Entrambi gli appuntamenti davanti a detenuti di massima sicurezza. In veste di relatore, come rappresentante dell’associazione «Nessuno tocchi Caino» c’era anche Sergio Segio, ex terrorista di Prima Linea, condannato tra l’altro per gli omicidi dei giudici Emilio Alessandrini e Guido Galli e da tempo impegnato nel sociale. Ma ora la sua partecipazione agli incontri diventa un caso. Dopo le proteste di alcuni sindacati di polizia penitenziaria il procuratore di Torino Armando Spataro, che negli anni ‘70 indagò sul terrorismo, ha chiesto chiarimenti alla direzione delle Vallette. Il magistrato vuole che gli venga inviato il carteggio che riguarda l’appuntamento, comprese le «domande di autorizzazione all’ingresso del carcere di chi ha già partecipato» e i «conseguenti provvedimenti». Richiesta seguita dall’auspicio, affidato da Spataro a una nota, che per il futuro ci sia un cambio di rotta: che cioè prima di eventi a cui si pensa di invitare «ex terroristi responsabili di gravi reati», si interpellino i capi delle procure, perché questi possano esprimere una valutazione. «È inammissibile che l’ex terrorista — ha scritto il Sappe — sieda a un tavolo per discutere di sistema penale: come invitare Riina alla revisione del 41 bis». E l’Osapp: «La nonchalance con cui è stato accolto Segio dimostra la mancanza di rispetto per le vittime».