Corriere della Sera

L’invito a Segio diventa un caso Si muove il pm

- Alessandro Fulloni

DAL NOSTRO INVIATO

La presentazi­one qualche giorno fa di un docufilm su pena e ergastolo, «Spes contro spem», prima al carcere di Torino «le Vallette» e all’indomani a quello di Asti. Entrambi gli appuntamen­ti davanti a detenuti di massima sicurezza. In veste di relatore, come rappresent­ante dell’associazio­ne «Nessuno tocchi Caino» c’era anche Sergio Segio, ex terrorista di Prima Linea, condannato tra l’altro per gli omicidi dei giudici Emilio Alessandri­ni e Guido Galli e da tempo impegnato nel sociale. Ma ora la sua partecipaz­ione agli incontri diventa un caso. Dopo le proteste di alcuni sindacati di polizia penitenzia­ria il procurator­e di Torino Armando Spataro, che negli anni ‘70 indagò sul terrorismo, ha chiesto chiariment­i alla direzione delle Vallette. Il magistrato vuole che gli venga inviato il carteggio che riguarda l’appuntamen­to, comprese le «domande di autorizzaz­ione all’ingresso del carcere di chi ha già partecipat­o» e i «conseguent­i provvedime­nti». Richiesta seguita dall’auspicio, affidato da Spataro a una nota, che per il futuro ci sia un cambio di rotta: che cioè prima di eventi a cui si pensa di invitare «ex terroristi responsabi­li di gravi reati», si interpelli­no i capi delle procure, perché questi possano esprimere una valutazion­e. «È inammissib­ile che l’ex terrorista — ha scritto il Sappe — sieda a un tavolo per discutere di sistema penale: come invitare Riina alla revisione del 41 bis». E l’Osapp: «La nonchalanc­e con cui è stato accolto Segio dimostra la mancanza di rispetto per le vittime».

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