ORIETTA BERTI
gestiamo tutto in famiglia. Questa non è una fabbrica e mio marito le pare un dipendente?»
Come li investirà, ci ha pensato?
«Li spenderò in opere buone, tanto ormai li avevo dati per persi».
Ci è rimasta male, accusata di evasione?
«Sempre stata onesta, io. Tutto alla luce del sole. Per le serate ci sono i manifesti in strada, se vai in televisione si vede, non si scappa».
Onestà è il motto dei Cinquestelle, per cui dichiara simpatia.
«Sono amica di Grillo da una vita. Quante serate insieme negli anni Ottanta e Novanta, a Fiuggi, Chianciano, Montecatini. Domani sono con la Berti, incasso sicuro! Tempo fa mi ha invitato a Mantova per un suo spettacolo e siamo stati a cena, uno spasso».
Lo ha mai votato?
«No, ogni volta che ci sono le elezioni mi trovo sempre all’estero. Quando sono le prossime? In primavera? Mi sa che sarò in Canada».
Cosa le piace dei grillini?
«Che si accontentano, non sono ingordi».
Si occupa lei delle finanze domestiche?
«No, no, per fortuna c’è Osvaldo che sa far bene di conto. Io sarei più con le mani bucate, colleziono scarpe, camicie da notte, bambole, acquasantiere, spendo facile. È lui che mi frena. Orietta, basta, diamoci un giro di vite. I primi tempi abbiamo avuto qualche discussione, poi ho capito che sono fortunata ad avere un marito così. E sa perché?»
Perché?
«Ogni volta che volevo aumentarmi il cachet, Osvaldo si raccomandava: ricordati Orietta che devi far guadagnare quelli che lavorano con te, così ti vorranno sempre bene, pensa prima a loro. Infatti sono ancora qui. Ne ho visti di cantanti egoisti che dopo cinque stagioni sono spariti e adesso mi telefonano a Natale, con la scusa degli auguri, per spillarmi soldi. Come certe colleghe famose e squattrinate che la critica porta in palmo di mano, mentre io sono stata sempre trattata da vecchia ciabatta. Mi prendono da parte dietro le quinte o nella toilette: Orietta, tu sei sempre in tv, prestami qualcosa».
E lei glieli dà?
«Prima sì. Una mi ha chiesto quattromila euro per tre anni di fila. Poi il suo manager mi ha consigliato di non dargliene più, che li spendeva in droga oppure al gioco».
Appena arrivata a Milano, a 19 anni, viveva
Il comico Sono amica di Grillo da una vita. Quante serate insieme... Non l’ho mai votato però, ogni volta che ci sono le elezioni mi trovo sempre all’estero
Dietro le quinte Certe colleghe famose e squattrinate che la critica porta in palmo di mano mi prendono da parte dietro le quinte: Orietta, tu sei sempre in tv, prestami qualcosa
in un pensionato di suore.
«Figlia unica, papà Mafaldo era morto in un incidente, mamma voleva stare tranquilla. Dovevo rientrare prima delle 6 di pomeriggio, altrimenti mi chiudevano fuori».
Non è mai scappata al buio dalla finestra?
«E per andare dove?»
E il flirtino con Teo Teocoli?
«Ma no, nessun flirt, eravamo quattro amici, io, lui, Ricky Gianco e Giampieretti, beh, lì in mezzo Teo era il più bello e mi faceva tanto ridere, niente più. E poi poco dopo ho conosciuto Osvaldo».
Lo incontrò alla fiera di San Simone.
«Magro magro, con un trench alla Bogart, molto serio. Lo invitai a bere un caffè al cioccolato a casa mia, gli davo del lei. Portò in regalo un grosso pezzo di formaggio. Il nonno disse: bene, è generoso. La nonna invece era sospettosa: è troppo secco, non è sano, informati bene».
Da allora è stato sempre un io, tu e le rose, senza spine.
«Quando canto ancora si commuove».
Debutto discografico nel 1964.
«Firmai un contratto con la Polydor, che era poi la Philips, quella degli elettrodomestici. Mi imposero di cantare in italiano le canzoni di Suor Sorriso, mica ero tanto convinta, però vendettero l’ira di dio».
Nel 1965 vinse il Disco per l’Estate.
«Con Tu sei quello. Per scegliere quali canzoni incidere i produttori le facevano ascoltare in fabbrica e al venerdì gli operai dovevano votare quella che gli era piaciuta di più. Tony Renis per tre anni ha provato a darmi Grande grande grande, ma non arrivava mai prima. Che poi magari se la cantavo io non vendeva e comunque Mina era la più brava».
Qualche produttore che faceva proposte sconce c’era anche allora?
«A me non è mai successo, forse perché non ero belloccia, solo carina, non portavo minigonne e tacchi, ai piedi solo paperine».
Si allena nei gorgheggi due ore al giorno.
«Altrimenti perdi le note basse e le alte e ti trovi che non prendi più il do. Metto le cuffie e ripasso il repertorio mentre rassetto casa. Faccio 40 serate all’anno, ai bei tempi erano 300».
Sempre in giro.
«Con Claudio Villa siamo stati un mese negli Stati Uniti, diciannove date. Era inverno e in albergo faceva un caldo tremendo, un guaio per