*Ordinario di malattie infettive all’università di Milano. Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali RINNOVARE L’IMPEGNO NELLA LOTTA ALL’AIDS
Il 26 ottobre è stato discusso alla Conferenza Stato-Regioni il nuovo Piano Nazionale Aids redatto dal comitato tecnico del ministero della Salute. Si tratta del primo contributo organico alla lotta all’Aids nel nostro Paese dopo la legge 135/90. Il Piano riconosce molta importanza a interventi mirati alle popolazioni-chiave a maggior rischio per questa infezione e vede nel coinvolgimento della “community” un aspetto essenziale.
Nel momento in cui tali politiche venissero riconosciute nell’ambito dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) si aprirebbe una nuova pagina nella lotta all’Aids in Italia.
Una svolta di cui c’è un bisogno urgente. In attesa dei dati relativi al 2016, di prossima pubblicazione, quelli del 2015 segnalano un numero sostanzialmente stabile di nuove diagnosi di infezione di Hiv e sottolineano il “peso” epidemiologico di alcune condizioni più critiche, sulle quali è necessario intervenire per arginare l’ulteriore diffusione dell’infezione. I giovani maschi che fanno sesso con maschi, in particolare, che si ritiene siano circa 19 volte più a rischio della popolazione generale di potere contrarre l’Hiv, stanno pagando un tributo pesante di nuove infezioni. La messa a punto di cure sempre più facili da assumere e sempre meno tossiche ha certamente contribuito a sdrammatizzare, provocando una caduta di attenzione anche da parte dei media.
Va ricordato che i farmaci anti Hiv sono oggi compagni obbligati di tutta una vita, che non si possono abbandonare nemmeno per pochi giorni, pena l’inesorabile ripresa della replicazione virale.
La buona performance dei farmaci fa si che la ricerca di nuove cure stia un po’ segnando il passo: manca ancora la cura in grado di eliminare il virus o almeno, come per la tubercolosi, una cura “funzionale” che consenta, dopo sei mesi-un anno, di bloccare l’agente infettivo senza dover più continuare il trattamento. In realtà molti hanno confuso lo stop alla progressione della malattia che le cure disponibili consentono con, appunto, la vera cura in grado di eliminare del tutto virus e malattia, che invece non abbiamo e non avremo tanto presto. Come il vaccino preventivo, una storia infinita che, nonostante gli sforzi di numerosi ricercatori, è ancora lontana da un lieto fine. Resta la prevenzione, sulla quale si può e si deve fare molto di più.