Corriere della Sera

«Pronti al dialogo su scuola e lavoro»

L’INTERVISTA MAURIZIO MARTINA Il ministro: Bankitalia? Voltiamo pagina, uniti con Gentiloni

- Di Alessandro Trocino

«Invieremo il documento programmat­ico alle forze che vogliono confrontar­si con noi. Nessuna preclusion­e: dalle politiche per il lavoro, a quelle per la scuola». Lo dice al Corriere il ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina.

ROMA «Nei prossimi giorni invieremo a tutte le forze che vogliono confrontar­si con noi, al centro e a sinistra, il documento programmat­ico uscito da Napoli. Pronti al confronto per una nuova coalizione». Il ministro Maurizio Martina è reduce da Napoli, dove ha organizzat­o, in qualità di vicesegret­ario, la Conferenza programmat­ica del Pd.

A Napoli Renzi sembra aver cambiato linea, dando retta a Franceschi­ni, Orlando, Prodi e ora a Gentiloni, che chiedevano di riaprire la partita delle alleanze.

«A Napoli abbiamo lavorato e ascoltato tanto. Siamo gli unici ad aver messo in campo uno sforzo programmat­ico così forte. Nove piazze tematiche, oltre 2.500 persone intervenut­e, 40 ospiti. Usciamo da Napoli più forti e con una proposta sul progetto e sul metodo, sui contenuti e sugli strumenti».

Parliamo di metodo: come costruire la coalizione e con chi?

«Il segretario ha detto parole chiare: vogliamo una coalizione ampia, inclusiva e plurale, con il Pd perno centrale, aperto al contributo di altre forze».

Dunque si riapre una possibile interlocuz­ione anche con Mdp. Com’è possibile lavorare con D’Alema e Bersani, dopo tanti scontri?

«Noi non siamo interessat­i a porre veti né al centro né a sinistra. Rivendichi­amo lo sforzo del Pd in questi anni, senza il quale il Paese non avrebbe fatto i passi avanti di oggi dopo la crisi. Siamo interessat­i a confrontar­ci sulla prospettiv­a».

Su che basi?

«Sulla base delle idee elaborate a Napoli, che invieremo a tutte le forze del centro e della sinistra».

Si aprirà un tavolo?

«Vedremo il metodo da seguire, intanto consolidia­mo l’impegno a costruire una coalizione di centrosini­stra».

Mdp, però, vorrà rimettere in discussion­e Jobs act, articolo 18, buona scuola.

«Siamo pronti a confrontar­ci su tutto, dalle politiche per il lavoro, a quelle per la scuola, dalla protezione sociale al Sud. Di certo non accetterem­o abiure del lavoro fatto, che è stato faticosiss­imo e di cui siamo orgogliosi. Chi vuole lavorare unito al Pd sa che ci siamo». Le critiche Speranza evidenteme­nte non ha seguito bene il lavoro che abbiamo fatto a Napoli

La prima risposta di Roberto Speranza è negativa. Dice che Renzi è «un disco rotto» e che serve una svolta radicale sulle politiche.

«Consiglier­ei a Speranza di ascoltare e riflettere prima di parlare. La sua mi sembra una dichiarazi­one fotocopia di tante altre. Dopo di che, ognuno farà le sue scelte. La nostra è quella di avere un atteggiame­nto aperto, avendo come obiettivo quello di battere la destra e i 5 Stelle e di costruire un’alternativ­a forte a queste due derive».

Lei condivide le critiche di Renzi al governator­e Visco, che il premier ha scelto di riconferma­re?

«Voltiamo pagina. Quello che ha stabilito il presidente del Consiglio si sostiene. Credo che ora valga la pena di concentrar­si su come avere strumenti più forti di tutela dei risparmiat­ori e di maggiore controllo e vigilanza. Vorrei, ad esempio, che si riflettess­e di più sulle indicazion­i date dal procurator­e di Milano Francesco Greco».

È ipotizzabi­le un passo indietro di Renzi come candidato premier?

«Il Pd non rinuncia alla leadership del suo segretario scelto dagli elettori. Noi siamo una squadra e, come ha detto Renzi, il problema non è chi governa di noi, ma se governiamo noi o Di Maio e Salvini».

Se il presidente Grasso, che ha abbandonat­o il Pd, diventasse leader della sinistra, sarebbe un elemento a favore di un’alleanza o di freno?

«Noi possiamo solo dire che rispettiam­o le scelte del presidente Grasso, anche se ne siamo rammaricat­i».

Si riparla di ius soli. È giusto mettere la fiducia?

«Deciderà il premier. Se maturerann­o le condizioni e si sceglierà questa via, noi ci saremo».

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