Appendino, rivolta nei 5 Stelle Veto sul sostituto di Giordana «È legato al centrosinistra»
La base: no a Ferrari, confrontiamoci. La replica: nulla di deciso
«Ora avrò più tempo libero». Il giorno dopo la sua caduta, Paolo Giordana, l’ormai ex uomo ombra di Chiara Appendino, ostenta tranquillità e sangue freddo. Ma in realtà, ai pochi e fidati amici che ieri hanno cercato di consolarlo, è apparso turbato, quasi scioccato. L’entusiasmo con cui una fetta del Movimento 5 Stelle torinese ha accolto la notizia delle sue dimissioni, scivolato su una multa fatta togliere a un amico, deve averlo reso ancora più inquieto. Ma la vera battaglia ora si sposta sul suo successore, Giuseppe Ferrari, considerato dalla base grillina dura e pura, quella che gioisce per la caduta di Giordana, troppo legato al vecchio sistema di centrosinistra. E nel ribollire del dibattito si fa strada la possibilità che a fare da tramite tra le decisioni della giunta e la complessa macchina della burocrazia comunale sia l’assessore Alberto Unia.
Per tutta la giornata il gruppo che raccoglie su Facebook gli attivisti del M5S è stato inondato di commenti. «Era ora», «Ci siamo tolti una palla al piede», «Non è mai stato uno di noi» si legge nei post di alcuni militanti sulla chat segreta che riunisce i grillini subalpini. Le reazioni all’uscita di scena di Giordana, da sempre considerato un corpo estraneo, sono duplici. Se l’ala dura ha festeggiato, tra i governativi è prevalsa l’apprensione per le ripercussioni sull’immagine della giunta Cinque Stelle.
Ma superato il trauma («È una storia chiusa, appartiene al passato», ha tagliato corto ieri Beppe Grillo) la base del M5S torinese ha aperto un nuovo fronte chiedendo alla sindaca Appendino maggiore coinvolgimento nelle scelte politiche della giunta e la convocazione di un’assemblea per discutere il caso Giordana.
Dal mare degli interventi è emersa una levata di scudi contro Giuseppe Ferrari, il dirigente comunale indicato dalla prima cittadina per sostituire Giordana all’ufficio di gabinetto. Gli attivisti lo considerano troppo legato al vecchio sistema di centrosinistra, che ha servito da vicedirettore generale del Comune ai tempi di Chiamparino. «Chiara continui da sola», ha suggerito un militante. «Oppure decidiamo insieme il successore di Giordana», ha rilanciato un altro. Nessun intervento per dire: faccia lei, noi ci fidiamo. Nemmeno dagli esponenti del cerchio magico, i quali si sono limitati ad abbassare i toni. «Serve tempo, prendiamoci il tempo per decidere», ha raccomandato la capogruppo in consiglio comunale Chiara Giacosa.
Una linea sostenuta anche dall’assessore Alberto Unia che, insieme a Xavier Bellanca, La sindaca di Torino Chiara Appendino, 33 anni, con Giuseppe Ferrari, 59 anni, vice direttore generale della Città di Torino e segretario generale della Fondazione per il Libro, la musica e la cultura collaboratore della sindaca, ha gettato acqua sul fuoco chiarendo che «nessuna decisione è stata presa» e che «Ferrari assicurerà un passaggio tecnico».
Appendino ha scelto di circondarsi di una giunta di tecnici e con la perdita del suo pigmalione è rimasta sola: non ha più nessuno a Palazzo Civico che faccia da cinghia di trasmissione tra le sue decisioni politiche e la macchina comunale. «Chiara non può fare tutto da sé», ripeteva ieri un esponente del M5S. Giordana la sostituiva nelle riunioni e gestiva direttamente i dossier politici più scottanti: dal Salone del libro a Gtt a Ream. Ora l’unico che potrebbe rimpiazzarlo è Unia, l’ex capogruppo entrato in giunta dopo la cacciata di Stefania Giannuzzi, l’assessora all’ambiente diventata il capro espiatorio per i fatti di piazza San Carlo. La stessa che ieri, dopo l’uscita di scena di Giordana, sul suo profilo Facebook festeggiava: «Prima di tutto, champagne».
Lo scenario L’assessore Unia pare l’unico a poter rimpiazzare l’ex uomo ombra della sindaca