L’ex feudo Pd dei trasporti e il manager della telefonata
La multa da condonare è quasi una nota a margine. L’intercettazione che è costata la carriera a Paolo Giordana fa parte di una partita molto più importante, che non riguarda un singolo, ma almeno 5.000 persone, tanti sono i dipendenti del Gruppo Torinese Trasporti, che rischiano il lavoro. L’insistenza con la quale parte del Pd chiede le dimissioni dell’interlocutore di quella telefonata, l’amministratore delegato di Gtt Walter Ceresa, ha nella questione morale un semplice pretesto. La vera partita riguarda la salvezza di un’azienda in condizioni disperate. Il patrimonio netto è negativo da tempo. Il fabbisogno urgente per garantire le attività e i servizi correnti è salito alla astronomica cifra di 130 milioni di euro. Gtt sta a Torino come Atac a Roma. Uno stato di fallimento non dichiarato. L’azienda, di proprietà del Comune, è stata per anni un feudo del Pd, che al suo interno pescava voti e preferenze. Ceresa, di recente indagato per falso in bilancio, era un uomo di fiducia dei democratici. Nel 2012 è stato nominato plenipotenziario di Gtt dall’allora sindaco Piero Fassino. Dopo la vittoria di Chiara Appendino è stato lesto nel convertirsi al verbo penstastellato, gettando la croce del dissesto sulle spalle dell’ex assessore ai Trasporti del Pd, a suo dire reo di aver tolto ossigeno a Gtt per far quadrare il bilancio del Comune. Eppure, anche dopo il presunto «tradimento», solo pochi e isolati dirigenti del Pd ne avevano chiesto l’avvicendamento. Meglio non sollevare il coperchio del pentolone. Appendino intanto si guarda bene dal chiedere le dimissioni di un amministratore delegato che non ha nominato lei. Adesso c’è la resa dei conti. Negli ultimi due mesi lo scenario è cambiato. La crisi di Gtt si è aggravata. L’azienda si salva solo con un finanziamento cospicuo da parte della Regione, presieduta da Sergio Chiamparino. Il prossimo 10 novembre ci sarà l’assemblea di Gtt chiamata a varare il piano industriale con il quale si presenterà a chiedere aiuto. Non tutti nel Pd sono d’accordo. La diffusa convinzione che la giunta Appendino possa cadere sul prossimo bilancio induce una parte consistente dei democratici torinesi alla tentazione del tanto peggio tanto meglio. Muoia Gtt e con essa i filistei di M5S che hanno conquistato Palazzo di città. A prescindere dalla sorte di Ceresa, sarebbe forse il caso di ribadire che prima viene l’interesse generale. La battaglia politica non si fa sulle vite dei lavoratori.