Corriere della Sera

L’ex feudo Pd dei trasporti e il manager della telefonata

- Di Marco Imarisio

La multa da condonare è quasi una nota a margine. L’intercetta­zione che è costata la carriera a Paolo Giordana fa parte di una partita molto più importante, che non riguarda un singolo, ma almeno 5.000 persone, tanti sono i dipendenti del Gruppo Torinese Trasporti, che rischiano il lavoro. L’insistenza con la quale parte del Pd chiede le dimissioni dell’interlocut­ore di quella telefonata, l’amministra­tore delegato di Gtt Walter Ceresa, ha nella questione morale un semplice pretesto. La vera partita riguarda la salvezza di un’azienda in condizioni disperate. Il patrimonio netto è negativo da tempo. Il fabbisogno urgente per garantire le attività e i servizi correnti è salito alla astronomic­a cifra di 130 milioni di euro. Gtt sta a Torino come Atac a Roma. Uno stato di fallimento non dichiarato. L’azienda, di proprietà del Comune, è stata per anni un feudo del Pd, che al suo interno pescava voti e preferenze. Ceresa, di recente indagato per falso in bilancio, era un uomo di fiducia dei democratic­i. Nel 2012 è stato nominato plenipoten­ziario di Gtt dall’allora sindaco Piero Fassino. Dopo la vittoria di Chiara Appendino è stato lesto nel convertirs­i al verbo penstastel­lato, gettando la croce del dissesto sulle spalle dell’ex assessore ai Trasporti del Pd, a suo dire reo di aver tolto ossigeno a Gtt per far quadrare il bilancio del Comune. Eppure, anche dopo il presunto «tradimento», solo pochi e isolati dirigenti del Pd ne avevano chiesto l’avvicendam­ento. Meglio non sollevare il coperchio del pentolone. Appendino intanto si guarda bene dal chiedere le dimissioni di un amministra­tore delegato che non ha nominato lei. Adesso c’è la resa dei conti. Negli ultimi due mesi lo scenario è cambiato. La crisi di Gtt si è aggravata. L’azienda si salva solo con un finanziame­nto cospicuo da parte della Regione, presieduta da Sergio Chiamparin­o. Il prossimo 10 novembre ci sarà l’assemblea di Gtt chiamata a varare il piano industrial­e con il quale si presenterà a chiedere aiuto. Non tutti nel Pd sono d’accordo. La diffusa convinzion­e che la giunta Appendino possa cadere sul prossimo bilancio induce una parte consistent­e dei democratic­i torinesi alla tentazione del tanto peggio tanto meglio. Muoia Gtt e con essa i filistei di M5S che hanno conquistat­o Palazzo di città. A prescinder­e dalla sorte di Ceresa, sarebbe forse il caso di ribadire che prima viene l’interesse generale. La battaglia politica non si fa sulle vite dei lavoratori.

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