Corriere della Sera

Tiziana, ricercatri­ce guarita dal cancro: «Così si può battere»

Dalla malattia alla borsa di studio dell’Airc «Evitiamo la fuga dei giovani scienziati»

- di Adriana Bazzi

Tiziana Triulzi è una viaggiatri­ce curiosa. Già in quinta elementare aveva convinto i suoi genitori a spedirla all’estero per un’esperienza di studio in Inghilterr­a e poi ha continuato a prendere aerei, su e giù per il mondo, fino in Australia, dopo le nozze. Ma, parallelam­ente, sta viaggiando anche in un altro mondo, che è quello della ricerca scientific­a. Tiziana Triulzi è una biotecnolo­ga che lavora all’Istituto tumori di Milano.

«Il mio percorso scientific­o, dopo la laurea, è cominciato ad Hannover, in Germania, con una borsa di studio — racconta le trentasett­enne ricercatri­ce nata in Brianza, Lombardia —. Dopo un anno sono rientrata in Italia, il mio Paese, dal quale spero di non dover mai scappare come fanno tanti altri ricercator­i».

Allora si occupava di ricerca di base e ha continuato per due anni, poi il cambio di rotta: «Volevo studiare qualcosa che potesse essere utile per i pazienti e ho scelto di studiare il cancro» continua.

Lei, il tumore l’ha avuto, alla tiroide, quando ancora era all’università. «Allora non sapevo nulla della malattia — ricorda — e ho vissuto questa esperienza in modo distaccato: ero troppo presa a giocare a pallavolo, la mia grande passione, e a studiare. Non mi preoccupav­a il fatto di avere una neoplasia, anche perché la prognosi era buona, ma avevo un punto debole: il collo. Nessuno mi poteva toccare lì: quando facevo la lotta con mio fratello, da piccola, cedevo le armi quando lui arrivava a quel punto. Era il mio tallone d’Achille: ecco perché ho vissuto male gli ago-aspirati e i tagli chirurgici, più che il tumore in sé. Questa mia esperienza non mi ha condiziona­to nella scelta del percorso di ricerca, ma l’ha supportata. Quello che più mi ha spinto a fare il mio lavoro è la curiosità della scoperta di qualcosa di nuovo e di diverso».

All’Istituto tumori Tiziana Triulzi continua i suoi studi e incontra l’Airc, l’Associazio­ne per la ricerca sul cancro, che la supporta, prima, con una borsa di studio di tre anni e, poi, con il bando Trideo, nel 2014: è un bando che finanzia «idee» originali, non ancora sostenute da solide prove scientific­he, con l’obiettivo di far emergere nuove linee di ricerca.

«L’idea fissa era che gli adipociti (le cellule del grasso presenti in grandi quantità nella mammella, ndr) potessero giocare un ruolo nell’origine del tumore al seno», spiega Triulzi. E in effetti è così: gli adipociti comunicano con le cellule tumorali, probabilme­nte attraverso sostanze che hanno a che fare con l’infiammazi­one. E siccome si sa che l’infiammazi­one è legata anche a quello che si mangia, queste ricerche potrebbero essere interessan­ti per capire come l’alimentazi­one può aiutare a prevenire il tumore.

Oggi Tiziana Triulzi può continuare il suo «viaggio all’interno del tumore» con un cosiddetto « investigat­or grant», un nuovo finanziame­nto messo a disposizio­ne da Airc per tre anni, a partire dal 2017.

La ricercatri­ce, che da ex pallavolis­ta ama il gioco di squadra, è consapevol­e che la sua ricerca è solo una goccia d’acqua nel mare della lotta contro il cancro, ma è convinta che il suo lavoro quotidiano, silenzioso e perseveran­te, insieme a quello di tutti, porterà a rendere il cancro sempre più curabile.

Ha però un cruccio: l’incertezza del futuro. «Nonostante la grande passione per il mio lavoro — dice Tiziana — non nascondo che ho paura per il domani. Ho visto colleghi scappare all’estero o riciclarsi in altri lavori. Tutto questo non fa bene a noi e, soprattutt­o, al progresso della scienza e della società italiana».

Utile Volevo imparare qualcosa che potesse essere utile per tutti i pazienti e così ho scelto di studiare il cancro

Malattia Ho vissuto questa esperienza in modo distaccato: ero troppo presa a giocare a pallavolo, la mia grande passione Non mi preoccupav­a

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Al Colle Tiziana Triulzi con Sergio Mattarella e Niccolò Contucci, direttore generale Airc

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