Corriere della Sera

PASTA, POMODORO L’INNO ALL’ESSENZA

Sul palco della serata conclusiva di Cibo a Regola d’Arte, a Napoli, lo chef Niko Romito con Aurelio De Laurentiis. Poi Nina Zilli che fa il pane e Maurizio De Giovanni con i Foja che racconta la pastiera. Due giorni di incontri per scoprire che l’alta cu

- Alessandra Dal Monte

Lo spaghetto più difficile del mondo è al pomodoro e basilico. Lo dice anche il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, per una sera con addosso il grembiule in qualità di esperto di cucina. Del resto suo nonno, che si chiamava come lui, aveva un pastificio a Torre Annunziata: «L’Aurelio De Laurentiis Pasta Extralusso, quanto mi piacerebbe che esistesse ancora». E poi svela cosa dà da mangiare ai giocatori della squadra: «Ho fatto una riunione per stabilire che devono avere solo materie prime locali e stagionali. Perciò il pesce nella sua stagione giusta, così come tutto il resto. Il cibo non è uno scherzo per un calciatore: in una Ferrari non si può mettere una benzina cattiva».

L’ultima serata di Cibo è finita con una «pasta e pomodoro» a quattro mani, cucinata sul palco dal cuoco abruzzese tre stelle Michelin Niko Romito con un assistente d’eccezione che allo chef ha fatto un piccolo interrogat­orio. Che padella è, che pomodoro è, che pasta, che tempi di cottura. Il segreto della pasta al pomodoro, ha spiegato Romito, sta nella congiunzio­ne: non al, non con, ma e. «L’importante è il rapporto tra i due ingredient­i, uno non deve sovrastare l’altro, si devono sentire entrambi». Niente acqua né olio, solo estratto di succo di pomodoro fresco e pelati frullati profumati con timo e limone.

L’evento del Corriere che per la prima volta in sei edizioni si è tenuto fuori Mi- lano ha portato a Napoli 20 chef, 23 stelle Michelin, oltre 30 ospiti tra attori, scrittori, personaggi dello spettacolo. E seimila persone che in due giorni hanno frequentat­o il Refettorio di San Domenico, un convento del Duecento per una volta adibito a cucina (con affreschi). «È importante valorizzar­e i monumenti della città con eventi come questo, che sono sia ludici che culturali», ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele. E dopo di lui il professore di letteratur­a italiana Nuccio Ordine ha spiegato come di cultura si mangi eccome, e che in un luogo come questo hanno studiato (e mangiato)

Presenze Seimila persone hanno partecipat­o alla manifestaz­ione tra sabato e domenica

intellettu­ali come Tommaso D’Aquino, Giordano Bruno, Tommaso Campanella.

Tra i vari momenti di spettacolo di ieri c’è stata anche la chiacchier­ata con le mani (letteralme­nte) in pasta della cantautric­e Nina Zilli, che ha imparato a cucinare da piccola tirando la gonna alla nonna, emiliana, grande lavoratric­e e cuoca. «Oggi mangio salutista, soprattutt­o in tour, ma il mio motto continua a essere “sia lodato il carboidrat­o”», racconta dal palco con una mano infilata nella ciotola di acqua,

farina e lievito. «Vado matta per gnocchi di patate e lasagne. Ma amo anche la cucina etnica: a 18 anni, in America, ho imparato a usare il cardamomo e le spezie. In fondo la cucina è simile a una canzone, in un brano si impastano emozioni, come in un piatto». Dalla musica alla letteratur­a con il reading di Maurizio De Giovanni sulla storia della pastiera, accompagna­to dalle chitarre acustiche dei Foja.

La formula «gastronomi­a più intratteni­mento» ha funzionato, portando curiosi o appassiona­ti a parlare e a riflettere sul cibo, del Sud ma non solo. In due giorni abbiamo imparato che sono i sapori e gli ingredient­i a dover essere rigorosi, non i procedimen­ti. Così si può innovare nella tecnica, lasciando però alle persone la percezione di un gusto noto, confortevo­le, comprensib­ile. Del resto, come hanno detto tutti i cuochi campani, da Iaccarino a Esposito, da Marziale a Torrente, «un piatto è buono se te lo ricordi». Vale la pena, allora, come ha sottolinea­to lo chef siciliano Ciccio Sultano, «recuperare i gesti in cucina: spinare un pesce nel piatto, leccare un osso. Non bisogna epurare tutto in nome delle mode». Da Parigi Adeline Grattard, chef stellata dalla cucina meticcia, ha raccontato che ai fornelli si fa guidare dalla golosità. «Preparo solo quello che ho tanta voglia di mangiare». Niko Romito lo ribadisce: la nuova alta cucina è semplice, si rifà alla saggezza dei piatti di casa. Del Nord, del Sud, non importa. Purché autentica.

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 ??  ?? 51 Il pasticcere Iginio Massari e la conduttric­e Paola Saluzzi2 Anton Emilio Krogh, avvocato e scrittore con lo chef Ciccio Sultano del «Duomo» di Ragusa (secondo da destra) 3 La cantante Nina Zilli mentre prepara il pane sul palco ieri sera 4 Lo scrittore Maurizio De Giovanni durante il suo reading accompagna­to dai Foja 5 Il produttore e presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis con Angela Frenda e lo chef Niko Romito del «Reale» di Castel di Sangro6 Gli scrittori Lorenzo Marone e Diego De Silva 7 Una sala del Refettorio di San Domenico Maggiore di Napoli che ha ospitato la «wine experience»8 La degustazio­ne del supplì di Borghese
51 Il pasticcere Iginio Massari e la conduttric­e Paola Saluzzi2 Anton Emilio Krogh, avvocato e scrittore con lo chef Ciccio Sultano del «Duomo» di Ragusa (secondo da destra) 3 La cantante Nina Zilli mentre prepara il pane sul palco ieri sera 4 Lo scrittore Maurizio De Giovanni durante il suo reading accompagna­to dai Foja 5 Il produttore e presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis con Angela Frenda e lo chef Niko Romito del «Reale» di Castel di Sangro6 Gli scrittori Lorenzo Marone e Diego De Silva 7 Una sala del Refettorio di San Domenico Maggiore di Napoli che ha ospitato la «wine experience»8 La degustazio­ne del supplì di Borghese
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