Francesco Italo Russo,
Mi sembra che la recente decisione del Comitato olimpico internazionale, in merito alla natura sportiva dei giocatori di videogame, sia emblematica di un grave problema dei nostri tempi: le istituzioni non gestiscono gli eccessi di parte delle popolazioni, ma li inseguono.
Paolo De Marco, Roma Quel patologico cambio di casacca C’è chi vorrebbe distinguere i politici per come pensano e per come parlano: questa è solo la premessa per la buona politica, perché in genere parlamentari, consiglieri regionali, amministratori locali sanno pensare bene e sanno farsi comprendere dalla gente, ma non sempre fanno seguire ai programmi e alle parole i fatti, i comportamenti concreti. Quando sono al potere non solo dimenticano i programmi, le promesse fatte agli elettori, ma spesso, in corso d’opera, cambiano casacca con molta disinvoltura. Cambiare è legittimo, ma in Italia il fenomeno del trasformismo, già storicamente patologico, ha assunto dimensioni preoccupanti. Non sono queste le vere ragioni per cui a vincere le elezioni negli ultimi tempi sia il partito degli astenuti? Come mai da noi, a differenza di tanti Paesi europei, è così forte e diffusa la cultura del «particulare» di guicciardiniana memoria? Va sottolineato, però, che il grande storico e politico del Cinquecento non lo identificava sempre e solo con l’interesse privato, come comunemente si crede.
Domenico Mattia Testa I limiti della Rete A proposito dei « limiti» per l’uso corretto di Internet mi chiedo, soprattutto fra i giovani, in quanti hanno una tale capacità di giudizio per stabilire ciò che è lecito, oppure no? Se non è lo Stato a preoccuparsi delle devianze che la Rete può produrre, chi lo deve fare? La «libertà» è un bene troppo prezioso per essere interpretata da ciascuno a proprio uso e consumo. Mettere dei paletti o imporre un divieto, non sempre significa violare il libero arbitrio, quanto piuttosto può aiutare a prevenire violenza e cattiva educazione.
Montecatini
Aumento ingiustificato dei prezzi L’attuale livello di inflazione in Italia si attesta sull’1,10 per cento. Facendo quotidianamente la spesa di alimentari mi accorgo dell’aumento dei prezzi ben superiore rispetto allo sbandierato tasso di inflazione. Forse sarebbe il caso di modificare il paniere di riferimento o le altre variabili proprie dei calcoli statistici al fine di rendere questo indicatore più aderente alla realtà.
Le istituzioni inseguono gli eccessi della gente
Antonio Bovenzi