Corriere della Sera

Marchionne ora lancia il Mondiale «politico» «La F1 non va svilita»

«Non vogliamo che si riduca a un centro commercial­e»

- DAL NOSTRO INVIATO d.spa.

Archiviato il Mondiale, domani inizia un altro campionato a Parigi con il vertice fra Liberty e i costruttor­i per definire il futuro della F1. La Ferrari farà valere tutto il suo peso politico, dal Mugello rimbalzano nel paddock messicano le parole di Sergio Marchionne. Il presidente, intervenut­o alle Finali Mondiali del Cavallino, fissa i paletti per la riforma del 2021. Una settimana fa ad Austin ha incontrato Chase Carey, l’uomo forte degli americani. Se c’è accordo sul problema dei costi — «Ormai sono oltre il limite» — restano profonde differenze su come farli scendere. È una questione di soldi e di potere.

Il numero uno di Fca, negoziator­e implacabil­e, non accetterà compromess­i al ribasso né sui nuovi motori né su cambi di format e altre novità: «L’ho ripetuto anche a Ross Brawn: snaturare la F1 per ragioni commercial­i è un discorso che ci piace pochissimo. Dobbiamo stare attenti a non togliere dal Dna di questo sport la sua storia e ciò che interessa alla Ferrari. Se verranno meno le due cose, il nostro interesse a restare calerà». Marchionne, smorzando l’intervento del team principal Maurizio Arrivabene («A volte si lascia un po’ trasportar­e»), precisa che non è una minaccia. Piuttosto, è un invito a riflettere: ma in fondo il messaggio è lo stesso.

Cosa sarebbe la F1 senza la Rossa, unica squadra presente fin dal nascita, dal 1950? È come se nel tennis abolissero Wimbledon o se nella Liga mancasse il Real Madrid. «Bisogna essere razionali: la F1 fa parte della storia della Ferrari e voglio che sia ancora così, ma non a qualsiasi costo. Facciamo le cose per bene, ma se vogliamo trasformar­la in una cavolata, in un centro commercial­e, allora non ci sto». Ed è qui il punto più delicato di tutta la faccenda: se per riequilibr­are «artificial­mente» la lotta in pista saranno prese misure penalizzan­ti per Maranello, allora la soluzione più estrema non va esclusa. «Ci sono aspetti molto nobili della F1, è uno sport completame­nte diverso dagli altri e non possiamo svilirlo. Se si arriva a questo, ce ne andiamo».

Il match sui motori ibridi di domani, difesi sia da Ferrari sia da Mercedes, è solo la vigilia di una serie di incontri caldissimi, dove si parlerà anche di vincoli ai budget. Per arrivare, più avanti, ad affrontare l’argomento più spinoso: la modifica del Patto della Concordia che regola i rapporti politici ed economici nel paddock fino al

Zero compromess­i «No a compromess­i al ribasso sui motori o sui format. Se si arriva a questo ce ne andiamo»

2020 e in base al quale la Ferrari percepisce un bonus speciale per la sua storica partecipaz­ione al Mondiale. Agli americani il sistema non piace, lo consideran­o un ostacolo per i più piccoli e per quelli che vorrebbero entrare, ma è chiaro che Liberty farà di tutto per trattenere la Ferrari. La sensazione è che davanti al tavolo le parti si avvicinera­nno, già ieri sul fronte Usa si registrava­no movimenti per calmare le acque.

Sul passato, invece, Marchionne riserva una stoccata feroce a Bernie Ecclestone, che in un’intervista a Repubblica aveva parlato di «aiutini» alla Rossa: «Bernie dovrebbe ringraziar­e la Ferrari per avergli dato l’opportunit­à di gestire la Fom (la società che gestiva i diritti della F1, ndr) e di essere diventato miliardari­o grazie alla nostra assistenza».

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