Un pizzico di turnover, i soliti 3 gol Il Napoli si riprende il primato
De Laurentiis: «Siamo l’orgoglio del Sud, chissà cosa inventeranno per ostacolarci»
Il Napoli era chiamato a rispondere alla Juventus e alla Lazio che lo avevano raggiunto e contro il Sassuolo ha avuto gioco facile. Si è ripreso la vetta della classifica con il solito dominio del campo, stavolta con il fiato sul collo di tre dirette concorrenti (anche la Roma) che avevano già giocato e vinto.
Turnover sempre moderato quello di Sarri, che per la prima volta ha concesso riposo a Koulibaly (Chiriches al suo posto) e ha dato minuti nelle gambe a Maggio, lasciando in panchina Hysaj. Il tridente invece non lo ha toccato e probabilmente mai lo farà, i «piccoletti» sono la garanzia solida di una squadra che, pur concedendosi ancora qualche distrazione in difesa, riesce sempre a trovare la via del gol, spingendosi con la palla sin dentro l’area piccola. Ne ha fatti tre il Napoli, non bellissimi (il secondo attribuito dalla Lega a Callejon ma è sembrato un’autorete di Consigli) ma efficaci e mirati a liquidare una partita che non consentiva risultati alternativi.
Il Sassuolo rappresentava l’ultimo tabù della passata stagione ma soprattutto la garatrappola nel bel mezzo di una giornata di campionato dove le distanze ravvicinate al vertice potevano annullarsi o comunque assottigliarsi. La squadra di Sarri ha vinto e convinto annichilendo come al solito l’avversario. Ha avuto peraltro la forza di ribaltare con Callejon, in due minuti nel primo tempo, il pari messo a segno da Falcinelli dopo il vantaggio di Allan. Anche Mertens ha risposto puntuale all’appello (il terzo gol) festeggiando le 200 presenze con il decimo gol da centravanti nel giorno del suo primo compleanno in questo ruolo. Il 26 ottobre dell’anno scorso Sarri lo aveva schierato per la prima volta al centro dell’attacco. Da allora 42 centri in 52 partite. In totale sono 80 (38 li ha fatti da esterno), l’obiettivo dell’attaccante belga sono i 91 del predecessore Higuain. «È il momento migliore della mia carriera — ha detto nel post gara — dobbiamo e possiamo credere allo scudetto». L’obiettivo non è più nascosto e anche Sarri ha lasciato intendere che nel chiuso dello spogliatoio è il primo a dare la carica. «A voi giornalisti non sempre dico la verità». L’allenatore del Napoli è soddisfatto del risultato ma non digerisce il gol preso nel momento in cui la sua squadra dominava. «Sono i nostri soliti cali di tensione, dobbiamo eliminarli. Ci era successo anche con il Genoa, a volte abbiamo un predominio talmente elevato che perdiamo di vista il pericolo».
Il presidente De Laurentiis, in serata, ha intravisto un altro genere di pericoli: «Oggi noi difendiamo l’orgoglio del Sud, che è sempre stato martoriato. Chissà cosa potrebbero inventarsi per falcidiarci e crearci ostacoli visto che noi creiamo il gioco migliore».
Restando al campo, il Sassuolo ha provato a dare fastidio, Bucchi ha schierato una formazione con più giovani («ho pensato che l’entusiasmo dei ragazzi potesse essere un’arma in più») e torna a casa con la consapevolezza di aver giocato a viso aperto e con il bottino consolatorio di un gol, una traversa e un palo. «Se il Napoli mantiene i ritmi da rullo compressore può essere l’anno giusto per lo scudetto». Dieci vittorie in 11 gare e mercoledì c’è il Manchester City in Champions, Sarri non sceglie, per ora. «Sarà difficile tirar fuori un risultato positivo, ma sarà un confronto importante e vogliamo onorarlo».
Sassuolo coraggioso Il Sassuolo gioca a viso aperto, ma non può fare nulla contro l’orchestra di Sarri