Torino, capitale (anche) cinese del design
Al centro stile della Changan, colosso asiatico dell’auto. Delocalizzato in Italia
Tanti ex designer di aziende come Bertone e Pininfarina possono ringraziare i cinesi. Perché Changan Europa, la costola italiana del colosso orientale delle auto, li ha assunti quando le aziende in cui lavoravano erano già in sofferenza (nel luglio 2014 la Bertone dichiarò il fallimento al tribunale di Torino, con il licenziamento dei circa cento dipendenti della Bertone Stile). Il centro stile Changan in Italia è nato proprio sull’esperienza del territorio torinese nel design dell’automobile. Aperto nel 2006 con una quindicina di dipendenti, conta oggi oltre 150 risorse tra designer, ingegneri e modellisti.
Il record
Un centro stile votato alla ricerca e sviluppo delle auto a breve in produzione, ma anche dei veicoli del futuro. Come quelli che in Cina, nel 2016, hanno effettuato il più lungo test su strada tradizionale di auto a guida autonoma: «I nostri prototipi autonomi, in occasione del salone dell’auto cinese del 2016 — racconta Stefano Carminati, design director del Red studio, uno studio interdisciplinare per i progetti avanzati —, hanno percorso 1.200 miglia sulle strade cinesi, da Chongqing, dove c’è la nostra sede, fino a Shanghai».
Changan in Italia
Perché aprire il più grande centro stile della casa proprio in Italia, a Torino? «Il fondatore è stato lungimirante — aggiunge Carminati —. Torino ha fatto la storia del design del veicolo: il numero di case che c’erano qui quaranta o cin- quant’anni fa, è pari a quante ce ne sono oggi in tutta la Cina». Due le sfide: la prima è quella di portare il design delle auto cinesi al livello di quelle europee. Ma probabilmente l’idea di aprire una società in Occidente, è dettata anche dalla strategie commerciali di Changan: «Vendere in Europa e in Italia è una conseguenza — si sbottona il manager —, ma lo faremo quando i nostri prodotti saranno pronti per un mercato molto più maturo ed esigente». Oggi i veicoli Changan sono commercializzati in Cina (dove è il secondo player dopo a Volkswagen), in altri Paesi asiatici, in Algeria, Angola, Egitto e in Sudamerica.
Il centro
La sede italiana di Changan ha realizzato, dal 2006 al 2017, sedici modelli che oggi sono in produzione e dieci concept cars. Qui si studia il design delle nuove auto dalla A alla Z, dalla scocca agli interni, fino alla user experience. Il centro di Rivoli vanta un’area modelleria tra le più grandi e all’avanguardia al mondo: «Qui trasformiamo i disegni in oggetti. Per ogni auto si fanno almeno cinque o sei modelli a dimensione reale prima di valutare se sia pronta per andare in produzione». Nel reparto modelleria di Changan Europe si sperimenta con due differenti materiali: quello della tradizione italiana della modellistica, l’epowood, è un materiale duro e viene utilizzato per i modelli definitivi da spedire in Cina per l’approvazione finale. Quello più diffuso negli Stati Uniti, il clay, è un’argilla molle, perfetta per i primi modelli, ancora da plasmare e modificare.
Visitando uffici e laboratori di Changan Europe si resta stupiti dall’età media dei dipendenti: anche il Changan Global Design Director ed Executive vice president, insomma il capo, Chen Zheng, ha solo 37 anni. «Stiamo continuando ad assumere — commenta la responsabile risorse umane Po Ling Chan —: per farlo abbiamo contatti e accordi con le maggiori scuole internazionali e italiane di design dell’auto e modellistica. Ad oggi le posizioni aperte sono una decina». Lo stabilimento di ricerca e sviluppo è una fonte di reddito anche per decine di fornitori del Torinese. La delocalizzazione, in questo caso, è avvenuta al contrario. Dalla Cina all’Italia.
Si dice spesso che la Cina «toglie». In questo caso, la Cina dà.
La formazione «Assumiamo giovani italiani e stranieri che escono dalle migliori scuole»