Corriere della Sera

Ty Cobb, l’avvocato della Casa Bianca «Nessun impatto C’è troppa isteria»

- Di Viviana Mazza

«Nonc’è alcuna vera preoccupaz­ione» dice al Corriere Ty Cobb, l’avvocato di Donald Trump per il Russiagate a proposito dell’incriminaz­ione di tre figure chiave della campagna elettorale del presidente. Non potrebbero le accuse spingerli a cooperare nella più ampia inchiesta sulle presunte collusioni tra la cerchia di Trump e il Cremlino? «Gli eventi di oggi non sono legati al presidente, né hanno alcun impatto sulla Casa Bianca e sulla nostra continua cooperazio­ne con il Procurator­e speciale». Come a dire che, se gli ex consulenti di Trump dovessero aver fatto qualcosa di sbagliato, non c’è comunque una pista che conduca a lui.

Quest’avvocato del Kansas, noto per i baffoni e un passato di successo come difensore di corporatio­n accusate di corruzione, dal 1° agosto è l’interlocut­ore del procurator­e Mueller e deve permettere l’accesso a documenti e colloqui necessari per la sua inchiesta. La sua tranquilli­tà nel parlare on the record con noi o il New York Times è anche un tentativo della Casa Bianca di mostrare che Trump non ha niente da nascondere. «Il caso sarà presto chiuso», ripete.

Il suo ruolo è difendere la presidenza, non il presidente. Cosa vuol dire?

«Il mio ruolo è diverso da quello dei tanti avvocati che rappresent­ano Mr. Trump personalme­nte; io rappresent­o la Casa Bianca. Il mio compito è di onorare e servire la Costituzio­ne, non un individuo».

Il Watergate non solo rovinò Nixon ma indebolì la stessa presidenza. Crede che anche oggi ci sia questo in gioco?

«Sì, ed è una cosa assai spiacevole. Ci sono molte fake news. Trump è stato più duro con la Russia di Obama: ha imposto sanzioni, e dopo l’uso di gas chimici ha lanciato un attacco contro una base siriana anche se ospitava truppe russe. Ci sono prove crescenti che i

russi abbiano contribuit­o a creare il falso dossier usato come prova delle collusioni russe. C’è grande isteria: basta quasi mangiare un’insalata russa per trovarsi sotto accusa. Ma non ci sono prove né ce ne saranno sulla teoria delle collusioni di Trump con i russi». E se Mueller chiedesse di parlare direttamen­te con Trump?

«Se ne vedono la necessità, lo valuteremo».

Mueller cercherà documenti sui motivi del licenziame­nto del direttore Fbi, Comey. Può un presidente essere accusato di ostruzione alla giustizia? Gli esperti sono divisi...

«Alan Dershowitz ha valutato la questione e ha concluso che non è possibile. Io non l’ho presa in consideraz­ione: i fatti non richiedono che esplori questa possibilit­à». Intanto non sarebbe meglio se Trump non twittasse, almeno sul Russiagate?

«È il presidente e può fare quel che vuole».

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