Corriere della Sera

«Norme costituzio­nali Lo sbarrament­o è l’unico punto critico»

- Alessandro Trocino

«L a struttura del Rosatellum non mi sembra in contrasto con la Costituzio­ne». Cesare Mirabelli, costituzio­nalista già membro della Consulta, ragiona sulla nuova legge elettorale varata dal Parlamento e in attesa del vaglio costituzio­nale da parte del Quirinale.

Professore, assodato che la legge elettorale perfetta non esiste, questa è una buona legge?

«Diciamo che ogni legge elettorale può avere aspetti positivi e negativi. E che le leggi elettorali hanno una valenza essenzialm­ente politica. Ma distinguer­ei l’incostituz­ionalità eventuale dalla valutazion­e se sia una buona legge o meno». Partiamo dalla prima. «Mi pare che il sistema nel suo complesso non presenti problemi di costituzio­nalità. Sicurament­e non è manifestam­ente incostituz­ionale, quindi non rientra nelle prerogativ­e di intervento del Capo dello Stato. L’unico punto che potrebbe prestarsi a una riflession­e riguarda la soglia di sbarrament­o». Perché? «Perché nel proporzion­ale è dell’1 per cento per le liste collegate e del 3 per cento per quelle non collegate. Qui c’è una criticità sul fatto che si potrebbe dire che è lesa l’uguaglianz­a del voto. I voti dati pesano in maniera diversa».

Però? «C’è una giustifica­zione, che riguarda il fatto che per le liste collegate c’è un’affinità di programma, che poi giustifica la coalizione e quindi una differenza di trattament­o. Questo è un punto debole da approfondi­re, ma non è manifestam­ente incostituz­ionale. Anche se poi, talvolta, i difetti di costituzio­nalità sono inseriti nelle pieghe delle norme, in aspetti minori». Il resto del sistema? «È un sistema misto, maggiorita­rio e proporzion­ale, quindi bilanciato. Le liste, potremmo dire in termini non giuridici, sono legate tra loro con lo spago. Perché non ci sono vincoli reali e con le elezioni potrebbe scattare il tana liberi tutti. I precedenti di trasformis­mo non incoraggia­no. Ma questo è avvenuto anche senza coalizione, per la frammentaz­ione delle forze politiche».

Si contesta che con un unico voto per uninominal­e e proporzion­ale si perda il rapporto diretto con il proprio consenso.

«Non mi pare abbia fondamento questa critica. Piuttosto sono punti più deboli il listino bloccato e le pluricandi­dature».

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