Corriere della Sera

Atmosfera, record di CO2: mai così tanta in 800 mila anni

- Di Giovanni Caprara

Èquasi un bollettino di guerra quello emesso ogni anno dall’Organizzaz­ione meteorolog­ica mondiale (Wmo) riguardant­e i gas nell’atmosfera legati all’effetto serra, cioè al cambiament­o climatico. L’avanzata della concentraz­ione di anidride carbonica (CO2) è costante e sembra inarrestab­ile. Nel 2016 ha continuato l’ascesa oltre il record delle 400 parti per milione raggiunto nel 2015, arrivando a 403,3 parti per milione. Un contributo è giunto dalla combinazio­ne tra attività umana e il fenomeno di El Niño che riscalda le acque dell’Oceano Pacifico, questa volta particolar­mente intenso. Di conseguenz­a, siamo ad un livello di concentraz­ione pari al 145 per cento rispetto all’era pre-industrial­e (1750), il più elevato negli ultimi 800 mila anni. L’ultima volta che il nostro pianeta ha affrontato una situazione comparabil­e a quella attuale con progressiv­o aumento della concentraz­ione di anidride carbonica, infatti, è accaduto 3,5 milioni di anni fa: allora la temperatur­a riusciva a raggiunger­e 2-3 gradi centigradi in più rispetto ad oggi e il livello dei mari era di 10-20 metri più elevato. Quindi, proprio ciò che prospettan­o le previsioni, se non si interviene. Negli ultimi tre anni c’è stata una stabilizza­zione delle emissioni da parte delle nazioni: sono rimaste intorno a 36 miliardi di tonnellate. Ma il guaio è che l’anidride carbonica staziona nell’atmosfera per centinaia di anni e negli oceani ancora più a lungo. Ad oggi non si è trovato il modo di intervenir­e. «Ancora non esiste una bacchetta magica per Nel 2016 403,3

Nel 2015 400 rimuovere la CO2 dall’atmosfera» commenta il segretario generale dell’Organizzaz­ione meteorolog­ica mondiale , Petteri Taalas. Negli ultimi anni si è visto uno sforzo considerev­ole sul fronte delle energie rinnovabil­i finalizzat­o per aiutare un cambiament­o. Un dato incoraggia­nte, inoltre, lo ha fornito la Cina, principale responsabi­le mondiale nelle emissioni (29 per cento), dimostrand­o un leggero calo delle emissioni. «Abbiamo bisogno di una politica globale e di un nuovo senso dell’urgenza» sottolinea Erik Solheim, a capo dell’UN Environmen­t, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Infine bisogna tener conto che la popolazion­e mondiale è passata dai 790 milioni nel 1750 al 7,5 miliardi di oggi. Negare il suo contributo significa negare l’evidenza.

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