Atmosfera, record di CO2: mai così tanta in 800 mila anni
Èquasi un bollettino di guerra quello emesso ogni anno dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) riguardante i gas nell’atmosfera legati all’effetto serra, cioè al cambiamento climatico. L’avanzata della concentrazione di anidride carbonica (CO2) è costante e sembra inarrestabile. Nel 2016 ha continuato l’ascesa oltre il record delle 400 parti per milione raggiunto nel 2015, arrivando a 403,3 parti per milione. Un contributo è giunto dalla combinazione tra attività umana e il fenomeno di El Niño che riscalda le acque dell’Oceano Pacifico, questa volta particolarmente intenso. Di conseguenza, siamo ad un livello di concentrazione pari al 145 per cento rispetto all’era pre-industriale (1750), il più elevato negli ultimi 800 mila anni. L’ultima volta che il nostro pianeta ha affrontato una situazione comparabile a quella attuale con progressivo aumento della concentrazione di anidride carbonica, infatti, è accaduto 3,5 milioni di anni fa: allora la temperatura riusciva a raggiungere 2-3 gradi centigradi in più rispetto ad oggi e il livello dei mari era di 10-20 metri più elevato. Quindi, proprio ciò che prospettano le previsioni, se non si interviene. Negli ultimi tre anni c’è stata una stabilizzazione delle emissioni da parte delle nazioni: sono rimaste intorno a 36 miliardi di tonnellate. Ma il guaio è che l’anidride carbonica staziona nell’atmosfera per centinaia di anni e negli oceani ancora più a lungo. Ad oggi non si è trovato il modo di intervenire. «Ancora non esiste una bacchetta magica per Nel 2016 403,3
Nel 2015 400 rimuovere la CO2 dall’atmosfera» commenta il segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale , Petteri Taalas. Negli ultimi anni si è visto uno sforzo considerevole sul fronte delle energie rinnovabili finalizzato per aiutare un cambiamento. Un dato incoraggiante, inoltre, lo ha fornito la Cina, principale responsabile mondiale nelle emissioni (29 per cento), dimostrando un leggero calo delle emissioni. «Abbiamo bisogno di una politica globale e di un nuovo senso dell’urgenza» sottolinea Erik Solheim, a capo dell’UN Environment, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Infine bisogna tener conto che la popolazione mondiale è passata dai 790 milioni nel 1750 al 7,5 miliardi di oggi. Negare il suo contributo significa negare l’evidenza.