Corriere della Sera

Le confession­i di Hiddleston, il supereroe antidivo L’intervista all’attore di Avengers su «Style Magazine». Da questo numero il mensile uscirà il mercoledì

- G.A.

James Bond era il suo mito da ragazzino inglese. Da grande è diventato famoso come supereroe pop della serie degli Avengers. Suo malgrado. Perché Tom Hiddleston nasce come attore teatrale, colto e raffinato. Uno che non ama mettersi in vetrina, parlare di sé e soprattutt­o far parlare di sé. Dice: «Nessuno è colpevole di essere una celebrità, ma diventi complice e colpevole se fomenti i gossip». Tom Hiddleston, 36 anni, che il prossimo anno tornerà al cinema con Avengers ( Infinity War) confessa la sua «timidezza» (e molto altro») a Style Magazine che gli dedica la copertina: «Parlare di me? Che disagio» (domani in edicola: il mensile cambia giorno d’uscita, che d’ora in poi sarà sempre l’ultimo mercoledì del mese). Diplomato a Eton, laureato in Lettere classiche a Cambridge, segno zodiacale Acquario, dà sempre l’impression­e che per lui sia difficile confidare pubblicame­nte parti del suo carattere: «Anche perché a un giornale e ho ammesso di aver dato il primo bacio a dieci anni a una compagna di scuola. Rileggendo­mi mi sono sentito imbarazzat­o come non mai». La verità è che l’attore inglese non ama le interviste. Hiddleston è nato a Westminste­r, Londra. Sua madre Diana Patricia è un ex manager teatrale e direttrice di scena. Suo padre, James Norman Hiddleston, è un fisico. Famiglia intellettu­ale, impegnata. Tom cresce prima a Wimbledon e successiva­mente ad Oxford dove frequenta la Dragon School. Quando i suoi genitori divorziano scopre la passione per la recitazion­e.

Alto e magro, racconta a Style di essere cresciuto leggendo molto, ma anche di essere stato influenzat­o dai film Disney, come Mary Poppins, Dumbo e Il libro della giungla: «Da ragazzino ne guardavo molti con le mie due sorelle alle quali sono molto legato». Le

Le tecniche funzionano al massimo nel 17 per cento dei casi La cover di Style in edicola domani sorelle sono Sarah, giornalist­a, ed Emma, attrice pure lei.

Della sua vita profession­ale non rimpiange nulla. «Recitare è in fondo come vivere in 3D: puoi andare al passato, al presente e poi al futuro. E puoi anche ballare e cantare». Però se gli chiedete quali sono i ruoli che meglio hanno rispecchia­to la sua essenza, risponde senza esitare: un dramma con Tilda Swinton, il prestigios­o Laurence Olivier Award e un film di Guillermo del Torio. Fama e soldi? Secco: «Non cerco né ricchezza né successo nel mestiere che faccio».

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