Corriere della Sera

Mps, arriva il decreto per il «ristoro»

Padoan ha firmato, ora la Corte dei Conti. Guzzetti: mani della politica sulla Fondazione

- Federico De Rosa

Mps rinvia l’offerta di scambio rivolta ai risparmiat­ori che hanno visto i loro bond subordinat­i trasformat­i in azioni, la cui partenza era prevista ieri. Il ministero dell’Economia non ha ancora emanato l’apposito decreto in cui deve definire le condizioni per la conversion­e dei titoli in bond senior e il contestual­e acquisto delle azioni da parte dello stesso ministero. Era atteso per la scorsa settimana, subito dopo il rientro in Borsa dei titoli del Monte, ieri in calo dell’1%, ma non si è ancora visto. Il documento è stato firmato ieri da Pier Carlo Padoan e ora è alla Corte dei Conti che probabilme­nte oggi procederà con la registrazi­one, consentend­o così al Monte di chiudere il file sulla ristruttur­azione del capitale.

Il decreto per il «ristoro» era l’ultimo pezzo mancante del puzzle. Il ceo di Mps, Marco Morelli, aveva fissato per il 30 ottobre la partenza dell’offerta, la cui chiusura era prevista per il 17 novembre, che ora slitterà. I dettagli del decreto sono importanti anche per determinar­e l’effettiva quota di capitale che sarà in mano pubblica dopo la ricapitali­zzazione precauzion­ale del Monte. Il Tesoro potrebbe salire dal 52,2% a oltre il 70%.

A Siena sta montando intanto la protesta in seguito all’impegno preso dal Monte con la Commission­e europea di vendere la collezione di opere d’arte. Dopo la Fondazione Mps, che venerdì scorso ha chiesto al Tesoro di salvaguard­are la collezione, ieri i sindacati confederal­i Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’allarme per il «tentativo di esproprio di un patrimonio secolare ed artistico». Non è detto tuttavia che si venda. Se il risanament­o, e quindi l’uscita dal regime di aiuti di Stato, sarà rapido non servirà più la cessione.

La stessa Fondazione nel frattempo sembra essere tornata al centro dei «traffici» senesi. È stato il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, a segnalare movimenti attorno a Palazzo Sansedoni. «In questi giorni — ha avvertito — la politica, a Siena, sta tentando di nuovo di mettere le mani sulla Fondazione». Il mandato del presidente dell’Ente, Marcello Clarich, scade a primavera dell’anno prossimo, ma probabilme­nte tra Comune, Provincia e Regione il confronto è già partito.

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