Mps, arriva il decreto per il «ristoro»
Padoan ha firmato, ora la Corte dei Conti. Guzzetti: mani della politica sulla Fondazione
Mps rinvia l’offerta di scambio rivolta ai risparmiatori che hanno visto i loro bond subordinati trasformati in azioni, la cui partenza era prevista ieri. Il ministero dell’Economia non ha ancora emanato l’apposito decreto in cui deve definire le condizioni per la conversione dei titoli in bond senior e il contestuale acquisto delle azioni da parte dello stesso ministero. Era atteso per la scorsa settimana, subito dopo il rientro in Borsa dei titoli del Monte, ieri in calo dell’1%, ma non si è ancora visto. Il documento è stato firmato ieri da Pier Carlo Padoan e ora è alla Corte dei Conti che probabilmente oggi procederà con la registrazione, consentendo così al Monte di chiudere il file sulla ristrutturazione del capitale.
Il decreto per il «ristoro» era l’ultimo pezzo mancante del puzzle. Il ceo di Mps, Marco Morelli, aveva fissato per il 30 ottobre la partenza dell’offerta, la cui chiusura era prevista per il 17 novembre, che ora slitterà. I dettagli del decreto sono importanti anche per determinare l’effettiva quota di capitale che sarà in mano pubblica dopo la ricapitalizzazione precauzionale del Monte. Il Tesoro potrebbe salire dal 52,2% a oltre il 70%.
A Siena sta montando intanto la protesta in seguito all’impegno preso dal Monte con la Commissione europea di vendere la collezione di opere d’arte. Dopo la Fondazione Mps, che venerdì scorso ha chiesto al Tesoro di salvaguardare la collezione, ieri i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato l’allarme per il «tentativo di esproprio di un patrimonio secolare ed artistico». Non è detto tuttavia che si venda. Se il risanamento, e quindi l’uscita dal regime di aiuti di Stato, sarà rapido non servirà più la cessione.
La stessa Fondazione nel frattempo sembra essere tornata al centro dei «traffici» senesi. È stato il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, a segnalare movimenti attorno a Palazzo Sansedoni. «In questi giorni — ha avvertito — la politica, a Siena, sta tentando di nuovo di mettere le mani sulla Fondazione». Il mandato del presidente dell’Ente, Marcello Clarich, scade a primavera dell’anno prossimo, ma probabilmente tra Comune, Provincia e Regione il confronto è già partito.