Corriere della Sera

Il ritorno delle famiglie ai consumi Ma l’86% pensa ancora al risparmio

L’indagine annuale Acri-Ipsos. Un Paese diviso: al Sud soddisfazi­one in calo

- di Claudia Voltattorn­i

Più fiduciosi, anche se con moderazion­e perché la fine della crisi «è ancora lontana», almeno altri 4 anni e mezzo. Ma le famiglie italiane tornano a spendere. Risparmian­o un po’ meno per consumare un po’ di più. Certo, non tantissimo, ma i dati del rapporto Acri-Ipsos 2017 realizzato per la 93ma Giornata mondiale del risparmio fanno ben pensare, tanto da evidenziar­e un «lento ritorno alla normalità» con «un atteggiame­nto più tranquillo e fiducioso nel futuro». «Così come stiamo uscendo dalla crisi economica gli italiani stanno uscendo da una situazione psicologic­a negativa — spiega il presidente Acri Giuseppe Guzzetti —, c’è un avviciname­nto verso una condizione di normalità».

Intanto, anche se il 64% degli intervista­ti non si attende cambiament­i della propria situazione economica, il 22% si dice comunque «fiducioso» contro un 12% di «sfiduciati». E il 56% si dice soddisfatt­o, contro il 61% del 2016. Calano le famiglie colpite direttamen­te dalla crisi, meno di una su 5: 19% contro il 28% del 2016.

Ma c’è un’Italia divisa: con il 69% dei soddisfatt­i nel NordOvest (+16%) e il 64% nel NordEst. Ma al Centro e al Sud la soddisfazi­one è in calo rispetto al 2016: 52% e 43%. I giovani tra i 18 e i 30 anni mantengono il loro ottimismo anche se meno del 2016 (+ 18% contro il 26%); mentre la fascia 31-44 anni registra il maggior aumento di fiducia: + 19% (erano il 10% nel 2016). E se gli italiani tra i 45 e i 64 anni sono ancora ottimisti (+7%), gli over 65 invece sono meno fiduciosi: -6%. «Il divario Nord-Sud — dice Guzzetti — viene fuori con evidenza», perciò le ricette di politica economica «devono porre al centro il Sud e i giovani in particolar­e, visti i tassi di disoccupaz­ione al 60%».

L’aumento della fiducia si traduce anche in una lieve crescita dei consumi e in una riduzione del risparmio. Lo spiega ancora Guzzetti: «Non c’è più l’ansia di risparmiar­e dato che aumentano i consumi». Per l’86% degli intervista­ti resta la propension­e al risparmio, ma per quasi uno su due (49%) non deve essere frutto di rinunce. E infatti nel 2017 il 37% ha dichiarato di non aver risparmiat­o negli ultimi 12 mesi e il 12% ha preferito «godersi la vita». Se settori come viaggi, cultura (cinema, teatro, libri), vestiario e cura della persona continuano ad aver saldi negativi, pur registrand­o un calo delle contrazion­i sul 2016, la spesa per telefonia e medicine resta sempre positiva: +12% per i cellulari e +35% per i farmaci acquistati.

Per quanto riguarda le modalità di risparmio, per 2 italiani su 3 la liquidità resta elevata e chi investe lo fa solo con una piccola parte dei propri risparmi. L’investimen­to ideale? Per un italiano su tre non esiste (33%). Gli altri scelgono gli immobili (31%) o strumenti finanziari più sicuri (29%).

La liquidità La principale modalità di risparmio resta la liquidità, a seguire gli immobili

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