Novartis compra Aaa la startup nata dal Cern Un’offerta da 3,9 miliardi
Non è infrequente nel mondo del big pharma. Un grande gruppo farmaceutico multinazionale, in questo caso la svizzera Novartis, acquista una startup del Nasdaq ad altissimo potenziale. Non accade invece così spesso che la società acquisita — su cui Novartis ieri ha lanciato un’Opa totalitaria del valore di 3,9 miliardi di dollari, al prezzo di 41 dollari per azione, con un premio del 47% rispetto alle quotazioni di fine settembre — sia un gioiello della tecnologia e dell’imprenditoria italiana come nel caso di Advanced Accelerator Applications, specializzata nella diagnosi e nella terapia di alcune forme tumorali a carico del sistema neuro-endocrino.
Aaa, la cui sede legale è in Francia, è un’ impresa del biotech nata come spin off del Cern di Ginevra. Fondata dal fisico Stefano Buono, che per cinque anni ha lavorato nel team del Premio Nobel Carlo Rubbia, ha sviluppato una piattaforma che permette di applicare alla medicina i principi dell’accelerazione delle particelle studiati nei laboratori del Cern. Aaa, tra i suoi azionisti ha un importante nucleo di investitori italiani, tra cui, a titolo personale, l’attuale presidente della Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna (1% del capitale, frutto di un investimento finanziario dopo l’uscita da Goldman Sachs), che di Aaa è anche presidente. Approdata al Nasdaq nell’autunno del 2015, Aaa ha raggiunto rapidamente l’attuale valore di 3,4 miliardi di dollari. Su un totale di 560 addetti, moltissimi sono i ricercatori di altissimo profilo, un centinaio basati nei quattro siti produttivi dislocati in Italia. «Recentemente abbiamo ottenuto la licenza per la vendita di due prodotti, il Lutathera, che riduce dell’80% la progressione di specifici tumori e il Netspot, per la dignostica», spiega Buono. «Novartis ha apprezzato l’efficacia della nostra piattaforma che inserisce elettroni attivi nei farmaci. In prospettiva altre forme tumorali saranno trattabili con questo metodo».