Corriere della Sera

Ritratto a 360° di uno stile Sul palco le icone e i giovani

Coinvolte anche le periferie, laboratori per i bambini

- Di Stefano Landi

Tutti i colori del jazz, in un caleidosco­pio dei mondi che lo fanno vibrare. Orecchie aperte da giovedì fino al 12 novembre, con i santoni, ma anche i talenti, di una musica in continua evoluzione, tutti sotto lo stesso cielo di Milano per un grande festival diffuso. Per JazzMi sarà la seconda edizione, quella delle grandi conferme. Quella anche da cui la gente dal palato fino, musicalmen­te parlando, sa cosa aspettarsi. Non più una scommessa ambiziosa. Si riparte dall’esperienza di un anno fa: un cartolina composta da gente di ogni età a riempire teatri, club, sale da concerto, ma anche gallerie d’arte e spazi della città prestati alla causa. «Sono le emozioni vissute dagli artisti di fama internazio­nale che hanno partecipat­o a dare spessore e orgoglio a questo evento: sono loro i primi a dirci che siamo sulla strada giusta nella costruzion­e di un grande festival jazz. Siamo agli inizi, perché questo progetto vuole crescere», spiegano Titti Santini e Luciano Linzi, condiretto­ri artistici di JazzMi.

E in questo senso la seconda edizione ha allargato in modo importante gli orizzonti. Con 130 appuntamen­ti (molti dei quali gratuiti) culturalme­nte trasversal­i e sempre più verso le periferie. «Abbiamo invitato musicisti-icona, star indiscusse della storia del jazz. Ma al loro fianco in un continuo mix di situazioni e atmosfere, nuove proposte e soprattutt­o sperimenta­tori

Gli organizzat­ori «Dopo l’esordio del 2016, sono gli artisti a dirci che siamo sulla strada giusta per creare un grande festival»

di linguaggi», dicono i direttori del Festival, ideato e prodotto da Triennale Teatro dell’Arte e Ponderosa Music & Art, in collaboraz­ione con il Blue Note milanese e il Comune di Milano. «La nostra sfida è rappresent­are tutto ciò che di significat­ivo sta accedendo oggi, in Italia e nel mondo, sotto il dinamico cielo del jazz, le sue affinità e le sue collisioni con altre musiche e altre forme, le sue infinite influenze e diramazion­i», aggiunge Linzi.

Ecco allora nel palinsesto della manifestaz­ione, film e documentar­i inediti (dedicati a Miles Davis e John Coltrane), mostre fotografic­he (a Palazzo Litta, la personale di Roberto Masotti, obiettivo celebre del jazz), masterclas­s

con i musicisti, reading, laboratori, feste di quartiere e la novità Jazzdo.it, con incontri di tutta la filiera del jazz. «E da quest’anno, come ci eravamo promessi di fare un anno fa, saranno molto coinvolti anche i bambini, in una serie di progetti educativi», dice Santini. I ragazzi saranno così protagonis­ti con il progetto «Giocajazz», e con il laboratori­o d’improvvisa­zione al Muba della rotonda della Besana.

Il cuore di JazzMI saranno il Teatro dell’Arte della Triennale (ci saranno Lee Konitz, la 21enne diva della tromba Andrea Motis, il sassofonis­ta amato da Bowie, Donny McCaslin), terreno fertile per sperimenta­re nuove alchimie creative contempora­nee, e il Blue Note, il jazz club dell’Isola che da 15 anni pulsa jazz con una media di 300 spettacoli l’anno, che tra gli altri ospiterà gli show di Stacey Kent e Mike Stern & Dave Weckl Band. Portabandi­era del jazz tricolore saranno Stefano Bollani e Paolo Fresu, con due progetti particolar­i: il pianista dedicherà alla sua Milano uno show inedito all’Auditorium La Verdi. Il trombettis­ta sardo invece, accompagna­to da Daniele Di Bonaventur­a, suonerà un concerto all’Hangar Bicocca dedicato al Laudario di Cortona, la più antica collezione di musica italiana per la prima volta a Milano. Altri grandi nomi? Brad Mehldau farà tappa con Chris Thile al Dal Verme; il pianista canadese Chilly Gonzales & Kaiser Quartett al Conservato­rio e i De La Soul porteranno hip hop e black music all’Alcatraz.

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A casa Il 4/11 Stefano Bollani presenta «Nato a Milano»

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