Ritratto a 360° di uno stile Sul palco le icone e i giovani
Coinvolte anche le periferie, laboratori per i bambini
Tutti i colori del jazz, in un caleidoscopio dei mondi che lo fanno vibrare. Orecchie aperte da giovedì fino al 12 novembre, con i santoni, ma anche i talenti, di una musica in continua evoluzione, tutti sotto lo stesso cielo di Milano per un grande festival diffuso. Per JazzMi sarà la seconda edizione, quella delle grandi conferme. Quella anche da cui la gente dal palato fino, musicalmente parlando, sa cosa aspettarsi. Non più una scommessa ambiziosa. Si riparte dall’esperienza di un anno fa: un cartolina composta da gente di ogni età a riempire teatri, club, sale da concerto, ma anche gallerie d’arte e spazi della città prestati alla causa. «Sono le emozioni vissute dagli artisti di fama internazionale che hanno partecipato a dare spessore e orgoglio a questo evento: sono loro i primi a dirci che siamo sulla strada giusta nella costruzione di un grande festival jazz. Siamo agli inizi, perché questo progetto vuole crescere», spiegano Titti Santini e Luciano Linzi, condirettori artistici di JazzMi.
E in questo senso la seconda edizione ha allargato in modo importante gli orizzonti. Con 130 appuntamenti (molti dei quali gratuiti) culturalmente trasversali e sempre più verso le periferie. «Abbiamo invitato musicisti-icona, star indiscusse della storia del jazz. Ma al loro fianco in un continuo mix di situazioni e atmosfere, nuove proposte e soprattutto sperimentatori
Gli organizzatori «Dopo l’esordio del 2016, sono gli artisti a dirci che siamo sulla strada giusta per creare un grande festival»
di linguaggi», dicono i direttori del Festival, ideato e prodotto da Triennale Teatro dell’Arte e Ponderosa Music & Art, in collaborazione con il Blue Note milanese e il Comune di Milano. «La nostra sfida è rappresentare tutto ciò che di significativo sta accedendo oggi, in Italia e nel mondo, sotto il dinamico cielo del jazz, le sue affinità e le sue collisioni con altre musiche e altre forme, le sue infinite influenze e diramazioni», aggiunge Linzi.
Ecco allora nel palinsesto della manifestazione, film e documentari inediti (dedicati a Miles Davis e John Coltrane), mostre fotografiche (a Palazzo Litta, la personale di Roberto Masotti, obiettivo celebre del jazz), masterclass
con i musicisti, reading, laboratori, feste di quartiere e la novità Jazzdo.it, con incontri di tutta la filiera del jazz. «E da quest’anno, come ci eravamo promessi di fare un anno fa, saranno molto coinvolti anche i bambini, in una serie di progetti educativi», dice Santini. I ragazzi saranno così protagonisti con il progetto «Giocajazz», e con il laboratorio d’improvvisazione al Muba della rotonda della Besana.
Il cuore di JazzMI saranno il Teatro dell’Arte della Triennale (ci saranno Lee Konitz, la 21enne diva della tromba Andrea Motis, il sassofonista amato da Bowie, Donny McCaslin), terreno fertile per sperimentare nuove alchimie creative contemporanee, e il Blue Note, il jazz club dell’Isola che da 15 anni pulsa jazz con una media di 300 spettacoli l’anno, che tra gli altri ospiterà gli show di Stacey Kent e Mike Stern & Dave Weckl Band. Portabandiera del jazz tricolore saranno Stefano Bollani e Paolo Fresu, con due progetti particolari: il pianista dedicherà alla sua Milano uno show inedito all’Auditorium La Verdi. Il trombettista sardo invece, accompagnato da Daniele Di Bonaventura, suonerà un concerto all’Hangar Bicocca dedicato al Laudario di Cortona, la più antica collezione di musica italiana per la prima volta a Milano. Altri grandi nomi? Brad Mehldau farà tappa con Chris Thile al Dal Verme; il pianista canadese Chilly Gonzales & Kaiser Quartett al Conservatorio e i De La Soul porteranno hip hop e black music all’Alcatraz.