Savoretti, l’italo-inglese che piace a McCartney
Il cantautore: «Ho successo perché non seguo le mode»
La cosa più divertente di Jack Savoretti è come riesca a mescolare pensieri e parole in inglese e in italiano. Di origini genovesi, Savoretti è diventato musicista a Londra, la città dove suo padre si trasferì per evitare ritorsioni dopo essere stato testimone di una rapina. Jack quasi non ricorda nemmeno dove vive. Gli ultimi 12 anni li ha passati praticamente in tour. E il viaggio non è finito, dato che in primavera farà punto e a capo con una serie di concerti acustici nei grandi teatri d’Europa. In Italia debutterà al Ponchielli di Cremona il 15 aprile.
Il progetto nasce sulla scia della riedizione di «Sleep No More», che oltre all’inedito «Whiskey Tango», contiene versioni acustiche del suo repertorio, oltre ad alcuni pezzi live. «In questi anni abbiamo suonato ovunque, dalle cantine a palazzetti e festival. Ci mancavano i grandi teatri dove Si intitola «Oh, vita!» il nuovo album di Lorenzo Jovanotti in uscita per Universal Music il 1° dicembre, che sarà anticipato dall’omonimo singolo dal 10 novembre. «Oh, vita!» (nella foto Jovanotti sulla copertina del disco) contiene 14 nuove canzoni scritte da Lorenzo e prodotte da Rick Rubin. A tre anni di distanza dall’ultimo multiplatino «Lorenzo 2015 CC», «Oh, vita!» è il quattordicesimo album di inediti e a 30 anni da «Jovanotti for President» (1988) — spiega il cantante — rappresenta un nuovo inizio. «È un disco importante per me, un nuovo inizio. È un disco intenso, dritto al cuore e non vedo l’ora che esca, anzi spero che questo mese passi più in fretta possibile». si fa musica classica. Con la band ci sentiamo una nave in mare aperto: sul palco non puoi mentire, se non sai nuotare anneghi» racconta il cantautore italo-inglese.
Negli anni Savoretti è diventato un artista capace di conquistare i piani alti delle classifiche inglesi (Paul McCartney l’ha pure invitato in un suo video ad Abbey Road): «Lì funziono perché non sono di moda. In Italia invece per sfondare servono i tormentoni e quelli non li so fare. Credo di non avere un mio pubblico, ma tanta gente che viene volentieri a sentirci suonare dal vivo. Ed è un vantaggio, perché nessuno si aspetta qualcosa da me, quindi artisticamente sono libero».
Savoretti è cresciuto ascoltando i grandi della musica americana: «Ma nei ritorni in macchina con papà verso la Liguria ascoltavamo De André, Tenco. Sono loro ad avermi insegnato le sfumature. La canzone Voce Il cantante italoinglese Jack Savoretti (34 anni) sul palco. Dopo l’esordio nel 2005 al fianco della cantautrice Shelly Poole, Savoretti ha intrapreso la carriera solista. Il cantante tornerà in Italia nel 2018 con «Acoustic Nights Live», il suo nuovo tour acustico teatrale con la sezione d’archi di Paolo Conte, che prenderà il via il 15 aprile da Cremona italiana è narrativa pura. Per questo il prossimo disco lo registrerò in Italia. Dopo 15 anni a Londra sento il bisogno di riscoprire le mie origini». Ma ci vorrà ancora un po’ di tempo, perché i pezzi dell’album «Sleep No More» hanno ancora una vita. « Considero un grande risultato essere uscito e poi rientrato nella top 10 inglese con gli stessi brani». Con la band, Savoretti condivide anche la passione per la cucina: «Da musicista hai il privilegio di essere accolto come ospite. Voglio proporre a Michelin un format per una nuova guida, raccogliendo le dritte per i ristoranti di cantanti e attori in giro per le tournée». Anche i suoi gusti musicali
non sono cambiati. Le sue orecchie restano lontane dalle mode elettroniche o hip hop («mi piaceva il rap quando era politico e di battaglia») e vicine a chi suda sul palco per raccontare qualcosa di non scontato.
Un mito in questo senso è rimasto Bruce Springsteen. «Oggi è difficile farsi ascoltare per la musica e non per il contorno. Per l’originalità mi piacciono i Daft Punk, Bruno Mars, The Weeknd. Uno che mi sorprende? Ed Sheeran, è lo Steve Jobs della musica. Poi però se ho bisogno di brividi ascolto Lucio Battisti».