Corriere della Sera

Si adatta all’avversario che trova

- Di Mario Sconcerti

Non è stata la più bella partita dell’Inter, ma è stata la partita di una squadra forte su un campo debole. L’unico errore l’ha commesso Handanovic, se l’ha commesso. A me non sembrava rigore, Handanovic è stato scomposto ma cercava la palla non l’uomo. L’Inter ha una caratteris­tica che la condiziona, si adatta all’avversario. Può essere un pregio se l’avversario è di lusso, lo è meno quando chi ha davanti non la vale. In sostanza gioca bene con chi gioca meglio. E il Verona non era di questa razza. Così il cammino continua, la classifica anche, la lunga catena di vittorie delle prime. Poteva essere più brillante l’Inter, ma ha segnato relativame­nte presto e ha impiegato appena 8 minuti per ritornare in vantaggio. Resta la grande sorpresa di questa squadra. Un anno fa aveva 14 punti, oggi più del doppio. Subisce un gol ogni due partite, è rimasta una sola volta senza segnare. I parametri dicono che è tutto in regola per vincere. Il problema di questa stagione è che sono in cinque ad avere i numeri dalla loro parte. L’Inter è una risposta propria al cammino di Napoli e Juve, è più complessa ma dura, solida, insistente. Non è chiaro come poterla battere perché è molto vigile, reagisce, non ha paura di sporcarsi le mani in fasi confuse. In altre parole è una vincente di altri tempi, nemmeno troppo lontani, quando la partita era gestione dei dettagli. Sta crescendo Vecino e anche l’utilità di Borja Valero, che non è un fantasista ma un riferiment­o, non è chiaro perché sia utile ma è bello che ci sia sempre a normalizza­re il gioco. Mi sembra tutto di nuovo pronto per camminare a lungo.

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