I nuovi incubi di Manhattan
Torna la paura nella Grande Mela colpita a pochi isolati dal memoriale dell’11 settembre
Le piste ciclabili sono un luogo speciale di New York, come sa bene chi le frequenta con sollievo nelle congestionate avenue di Manhattan. È un simbolo di mescolanza, di tolleranza e quindi di civiltà: le «bike» ipertecnologiche convivono con quelle più elementari. Giovani e meno giovani. Basta una semplice voce o una scampanellata dolce per chiedere strada e, incredibile, ci saluta, tra sconosciuti, ai semafori. E poi ci sono gli utenti di «Citi bike», il servizio di bike-sharing che proprio ieri aveva lanciato una promozione per l’abbonamento annuale: sconto di 20 dollari, dateci fiducia.
Quel nastro insanguinato nella Low Manhattan, quei cerchioni deformati, quei manubri irriconoscibili costituiscono un «soft target» spiegheranno gli specialisti del terrorismo. Che cosa c’è di più semplice e di «vigliacco» — come dice il sindaco Bill de Blasio — che travolgere, alle spalle, un gruppo di ciclisti?
Proprio per questo è un attacco alla dimensione più pacifica di questa metropoli. Il primo cittadino e il governatore Andrew Cuomo hanno subito richiamato lo «spirito di New York», che è poi lo «spirito dell’11 settembre». Il Memoriale è a poche centinaia di metri dal luogo dell’attentato. Sulla pista si proietta l’ombra della Freedom Tower, costruita al posto e, se si può dire, per conto delle Torri Gemelle.
Torna la paura nella Grande Mela? I testimoni quasi si mettono in coda davanti ai microfoni delle televisioni. Descrivono con calma, con lucidità quello che hanno visto e sentito. È un modo per ristabilire immediatamente il corso normale delle cose, per riprendere possesso il più presto possibile della pista chiusa, della città minacciata.
Negli ultimi due anni New York ha trattenuto il respiro in un paio di occasioni. Il 18 settembre 2016 esplode un ordigno rudimentale nel quartiere di Chelsea, tra la ventitreesima strada e la Sesta Avenue, seguito da altre bombe a New York e in New Jersey.
Per fortuna nessun morto, ma ventinove feriti e un grande allarme, perché si venne poi a scoprire che l’attentato era stato programmato da una cellula di apprendisti della jihad trapiantati nel New Jersey.
Poi, il 18 maggio 2017 un auto travolge a tutta velocità la folla di Times Square. Muore una donna, ventidue persone ferite, quattro in modo grave. Viene arrestato un ventiseienne del Bronx. Per lunghi momenti si pensa a un attentato come quelli che abbiamo vissuto a Nizza, Berlino, Londra e poi Barcellona. Non era quello il momento.
Il momento è arrivato ieri, nel pomeriggio di Halloween, con i bambini già mascherati, all’uscita dalle scuole.
Simbolo Le piste ciclabili sono un luogo speciale, un simbolo di tolleranza e di civiltà Normalità perduta I testimoni parlano con calma alle tv, come per ristabilire il corso normale delle cose L’obiettivo era quello di spezzare il nostro spirito Ma i newyorchesi sono resilienti Non ci lasceremo abbattere Il sindaco Bill de Blasio