Patuelli (Abi): è giusto fare i conti con il passato, ma poi si volti pagina
Per Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, la chiave della relazione di Ignazio Visco alla giornata del risparmio è nell’ultima riga quando il Governatore dichiara che la Banca d’Italia non esita a dar conto del proprio operato alle istituzioni e al Paese. «La commissione d’inchiesta parlamentare sarà la sede in cui verificare tutto» dice. Per il resto, aggiunge, il Governatore ha fatto il punto della situazione mettendo in luce, come nei precedenti interventi, i passi avanti fatti e quelli ancora da fare per consolidare la stabilità del mondo bancario.
Secondo voi banche, la supervisione è stata come dice Visco, «ferma e intensa»?
«È la commissione parlamentare che può dare una risposta. Tra le banche ci sono quelle, poche, sotto accusa e quelle, più numerose, a cui il loro salvataggio è costato svariati miliardi. L’auspicio è che si proceda velocemente nelle inchieste giudiziarie, che si attribuiscano le responsabilità a chi le ha avute e che poi si volti pagina. Bisogna certo fare i conti col passato ma bisogna stare attenti a non farsene schiacciare».
Le banche però devono riconquistare, come sistema, la fiducia dei risparmiatori, non crede?
«La confusione non favorisce la fiducia e la ripresa. La premessa per riconquistare la fiducia è la piena e completa trasparenza, di norme e comportamenti. Ma bisogna intenderci: non basta solo rispettare le norme; bisogna rispettarle senza eluderne la logica con comportamenti discutibili dal punto di vista etico».
Non crede che le banche italiane siano in ritardo rispetto agli istituti europei?
«In Italia la crisi è stata tardiva, è arrivata dopo e noi abbiamo dovuto andare più in fretta per recuperare. Basta qualche numero per capire: le banche in Italia sono impegnate con 152 miliardi di euro di accantonamenti negli ultimi sei anni, con circa 70 miliardi di aumenti di capitale negli ultimi dieci anni, con dieci miliardi, negli ultimi tre anni, per i vari fondi italiani ed europei per le banche in difficoltà. Per non parlare del grande sforzo di aggregazione: il numero dei gruppi bancari e delle banche indipendente si è ridotto fortemente e ancora si ridurrà nel 2018 tanto che si dovrà stare attenti a tutelare la concorrenza sul territorio».
Resta il grosso problema delle sofferenze...
«Stiamo facendo tutti gli sforzi per risolverlo. Ci siamo mossi rapidamente adeguandoci ai cambiamenti normativi. Confidiamo nel ripensamento e nell’approfondimento delle più recenti posizioni prese sulla questione dalla Bce. In ogni caso, tanto per restare nei numeri, le banche hanno aumentato i prestiti a famiglie e imprese e hanno fortemente ridotto le sofferenze nette, nei primi otto mesi di quest’anno, addirittura di un quarto, dagli 86,8 miliardi di dicembre 2016 ai 65,3 di agosto scorso, con un impegno condiviso che prosegue intensamente ma che ha bisogno di norme certe e stabili».
Per riconquistare la fiducia serve la piena e completa trasparenza di norme e comportamenti Le sofferenze «Nei primi otto mesi dell’anno le sofferenze sono scese da 86,8 miliardi a 65,3» Negli ultimi 10 anni le banche italiane hanno raccolto oltre 70 miliardi con aumenti di capitale