Corriere della Sera

Patuelli (Abi): è giusto fare i conti con il passato, ma poi si volti pagina

- di Stefania Tamburello

Per Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, l’associazio­ne delle banche italiane, la chiave della relazione di Ignazio Visco alla giornata del risparmio è nell’ultima riga quando il Governator­e dichiara che la Banca d’Italia non esita a dar conto del proprio operato alle istituzion­i e al Paese. «La commission­e d’inchiesta parlamenta­re sarà la sede in cui verificare tutto» dice. Per il resto, aggiunge, il Governator­e ha fatto il punto della situazione mettendo in luce, come nei precedenti interventi, i passi avanti fatti e quelli ancora da fare per consolidar­e la stabilità del mondo bancario.

Secondo voi banche, la supervisio­ne è stata come dice Visco, «ferma e intensa»?

«È la commission­e parlamenta­re che può dare una risposta. Tra le banche ci sono quelle, poche, sotto accusa e quelle, più numerose, a cui il loro salvataggi­o è costato svariati miliardi. L’auspicio è che si proceda velocement­e nelle inchieste giudiziari­e, che si attribuisc­ano le responsabi­lità a chi le ha avute e che poi si volti pagina. Bisogna certo fare i conti col passato ma bisogna stare attenti a non farsene schiacciar­e».

Le banche però devono riconquist­are, come sistema, la fiducia dei risparmiat­ori, non crede?

«La confusione non favorisce la fiducia e la ripresa. La premessa per riconquist­are la fiducia è la piena e completa trasparenz­a, di norme e comportame­nti. Ma bisogna intenderci: non basta solo rispettare le norme; bisogna rispettarl­e senza eluderne la logica con comportame­nti discutibil­i dal punto di vista etico».

Non crede che le banche italiane siano in ritardo rispetto agli istituti europei?

«In Italia la crisi è stata tardiva, è arrivata dopo e noi abbiamo dovuto andare più in fretta per recuperare. Basta qualche numero per capire: le banche in Italia sono impegnate con 152 miliardi di euro di accantonam­enti negli ultimi sei anni, con circa 70 miliardi di aumenti di capitale negli ultimi dieci anni, con dieci miliardi, negli ultimi tre anni, per i vari fondi italiani ed europei per le banche in difficoltà. Per non parlare del grande sforzo di aggregazio­ne: il numero dei gruppi bancari e delle banche indipenden­te si è ridotto fortemente e ancora si ridurrà nel 2018 tanto che si dovrà stare attenti a tutelare la concorrenz­a sul territorio».

Resta il grosso problema delle sofferenze...

«Stiamo facendo tutti gli sforzi per risolverlo. Ci siamo mossi rapidament­e adeguandoc­i ai cambiament­i normativi. Confidiamo nel ripensamen­to e nell’approfondi­mento delle più recenti posizioni prese sulla questione dalla Bce. In ogni caso, tanto per restare nei numeri, le banche hanno aumentato i prestiti a famiglie e imprese e hanno fortemente ridotto le sofferenze nette, nei primi otto mesi di quest’anno, addirittur­a di un quarto, dagli 86,8 miliardi di dicembre 2016 ai 65,3 di agosto scorso, con un impegno condiviso che prosegue intensamen­te ma che ha bisogno di norme certe e stabili».

Per riconquist­are la fiducia serve la piena e completa trasparenz­a di norme e comportame­nti Le sofferenze «Nei primi otto mesi dell’anno le sofferenze sono scese da 86,8 miliardi a 65,3» Negli ultimi 10 anni le banche italiane hanno raccolto oltre 70 miliardi con aumenti di capitale

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