Le vittime e i colpevoli
Quaranta deputati conservatori, cinque ministri, una decina di sottosegretari. Tanti nomi conosciuti, altri meno, tutti sullo stesso dossier circolato su Twitter e social media: sui personaggi indicati gravano gli stessi sospetti, ovvero di aver assunto comportamenti inappropriati, spesso di natura sessuale, nei confronti di colleghi. L’inchiesta voluta da Theresa May era nata dal desiderio di obbligare Westminster e tutto l’ambiente politico a capire che discriminazioni e abusi non sono accettabili, ma nella frenesia dei j’accuse i casi gravi si mischiano a infrazioni minori nonché a rivelazioni su relazioni consensuali forse poco indicate. Finiscono nella stessa melma, con il rischio di passare inosservati. Le violenze serie ci sono e, si spera, su queste sarà fatta luce: chi sarà, ad esempio, il deputato conservatore accusato di aver avuto relazioni con diverse ricercatrici assegnate al suo ufficio, di averne messa incinta una, spingendola