Corriere della Sera

Fausto, l’eremita che ha salvato il suo borgo dal fuoco

Ex tecnico di radiologia, si è ritirato in Valtellina Ha aiutato i volontari a tenere lontane le fiamme

- Andrea Pasqualett­o apasqualet­to@corriere.it

Icastagni della val Fabiola bruciavano e il fuoco avanzava verso il suo villaggio disabitato. È stato lì che l’eremita di Sostila, Fausto Mottalini, ha dovuto prendere contatto con la gente del paese a valle. C’era da salvare il borgo medievale e c’era da salvare lui, unico abitante di queste poche case di montagna abbandonat­e da decenni dove si arriva solo a piedi con quaranta minuti di cammino. «Sono venuti i ragazzi della protezione civile e i Vigili del fuoco e insieme abbiamo controllat­o l’incendio», dice e ringrazia Mottalini, ora che il pericolo è scampato e l’emergenza in questo paese della Valtellina, Forcola, rientrata. Una quarantina di uomini, fra volontari e pompieri, armati di badili e pompe d’acqua e guidati nel bosco dall’eremita che conosce il posto come le sue tasche. «Il fuoco è arrivato a lambire il borgo dalla parte della casa in cui abito. Provvidenz­iale è stato il prato sfalciato che ha bloccato le fiamme. Comunque sia, ora sembra tutto spento», aggiunge al telefono con la voce di chi non sembra essersi molto spaventato. Tira un sospiro di sollievo anche il sindaco Tiziano Bertolini: «Per il momento il nostro borgo fuori dal tempo è salvo ma — aggiunge — rimangono dei problemi legati alle ripide pendici di questa zona che, senza arbusti, potrebbero diventare franose». Mottalini? «Felice che possa rimanere lassù».

Spento l’incendio, emerge dunque la storia di quest’uomo e della sua scelta estrema. Sessantaci­nque anni, un passato remoto da fotografo e uno più recente da tecnico radiologo, separato e nonno con due figlie, Mottalini ha cambiato vita nel 2006. «Ero stanco di tutto, di un sistema che non sopportavo più. Sentivo monotonia, insoddisfa­zione, tristezza. Un giorno sono salito a Sostila nella vecchia casa di mia madre e mi sono accorto che ero sereno. Una sensazione che non provavo da molto tempo. Ci ho pensato un po’, fino a che ho deciso di licenziarm­i e trasferirm­i. Ho rifatto la casa, il tetto, il bagno, l’impianto elettrico alla buona. Oggi coltivo i miei tre orti, leggo molto e non torno più».

Una solitudine rotta la scorsa estate da una visita inaspettat­a. Quella di Josephine Sharp, neozelande­se di Auckland, 54 anni, che dopo aver letto di quest’uomo ritirato fra i monti di Sondrio ha deciso lo scorso luglio di scrivergli una lettera e di venirlo a trovare. Ebbene, fra i due è scoppiato l’amore. Josephine si è fermata a Sostila. «Sì, è tornata al suo Paese solo di recente, per i figli... la raggiunger­ò io lì a Natale e poi rientrerem­o insieme al borgo», aggiunge l’eremita. Solitario Fausto Mottalini, 65 anni, ex tecnico radiologo, dal 2006 vive da eremita a Sostila (Sondrio) Città, macchine, aerei, voli. Un mondo che non è il suo. «Ma a Sostila non rinuncerò mai».

Il centro della sua vita è fra i castagni della Val Fabiolo. Anche se dovessero bruciare. E se fosse andato in fiamme il paese? «Mi sarei spostato». Cioè? «In una baita che conosco». La sua regola è quella, lontano dalla città, dagli uomini, dal sistema. Solo con lei, Josephine, che la pensa così: «Sostila è pura serenità, è un paradiso, è il tipo di vita che ho sempre sognato di vivere».

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