Corriere della Sera

UNIRE VISIONE E COESIONE NEI PROGRAMMI ELETTORALI

Scenari In tutto il mondo vigono due radicali bisogni collettivi: poter credere in una prospettiv­a di ulteriore sviluppo e avere sicurezza nella vita quotidiana

- Di Giuseppe De Rita

Non è mai troppo presto, nella politica italiana, per predisporr­e le piattaform­e programmat­iche per le elezioni prossime venture. È vero che siamo oggi tutti occupati dal varo della legge elettorale e dalla conseguent­e ricerca di accordi e coalizioni; ma è altrettant­o vero che c’è una assoluta carenza di dibattiti sulle proposte da avanzare per il nostro futuro.

Molti pensano di potersela cavare mettendo insieme un centinaio di pagine impegnate quanto generiche, oppure esprimendo in cinico silenzio l’inutilità di un qualsiasi documento di programma. Eppure gli italiani hanno bisogno di proposte significat­ive e di maturazion­e di conseguent­i responsabi­lità politiche: se tutto si risolvesse nella ristretta dinamica della profession­alità politica, avremmo un largo astensioni­smo o, peggio, una accentuazi­one degli spiriti antipoliti­ci.

Forse al proposito può aiutare un po’ di memoria storica, rammentand­o che il massimo di partecipaz­ione elettorale noi l’abbiamo avuto nell’immediato dopoguerra, dal 1945 al 1953, quando la proposta politica dominante, quella della Democrazia cristiana, portava avanti sia una forte visione di futuro (una Italia dentro il mondo occidental­e con una scelta liberale e cattolica insieme), sia una forte garanzia di coesione sociale, con un determinat­issimo controllo dell’ordine pubblico in risposta ai grandi conflitti di piazza. Scelta atlantica e filoameric­ana da un lato, camionette di «Celerini» nelle strade dall’altro; ci schierammo un po’ tutti ma alla fine anche l’opposizion­e accettò quasi silenziosa­mente quella duplice piattaform­a di orientamen­to e di azione.

De Gasperi e Scelba furono i due protagonis­ti, amati e odiati, di quella offerta politica: il primo tutto volto a dar corpo alla sua alta visione geopolitic­a (la scelta occidental­e e l’europeismo); il secondo concentrat­o a dare tranquilli­tà

Approfondi­menti C’è bisogno di proposte significat­ive e di conseguent­i responsabi­lità

ai cittadini. Entrambi garantiti dalla congiuntur­a internazio­nale e dallo sviluppo avviato dagli Usa con il Piano Marshall; ed entrambi accompagna­ti dal consenso politico conseguent­e alla progressiv­a sicurezza collettiva.

Visione geopolitic­a e coesione sociale. È un binomio ancora utile alle proposte elettorali? Una risposta positiva è possibile, visto che in tutto il mondo vigono due radicali bisogni collettivi: quello di poter credere in una prospettiv­a di ulteriore sviluppo (i compunti cinesi sono chiamati addirittur­a alla felicità); e quello di avere sicurezza nella vita quotidiana; e visto che quei due bisogni sono in Italia ancora più radicali, visto che per sfuggire al suo particolar­ismo e alla sua fragilità la nostra società deve porsi obiettivi collettivi significat­ivi.

Non sono però così nostalgico da richiamare in vita le figure di De Gasperi e di Scelba. Essi peraltro lavorarono in tempi e poteri paralleli, quasi da «consoli romani»; una configuraz­ione difficile da far accettare oggi da una politica che ha rinunciato all’articolazi­one delle funzioni e dei ruoli rincorrend­o una verticaliz­zazione del processo decisional­e sempre immaginato e mai realizzato (con qualche

Fragilità Per sfuggire al suo particolar­ismo la nostra società deve porsi obiettivi importanti

vagante ambizione a essere «primi consoli»). Una politica quindi in cui è difficile tornare a una logica di articolazi­one, anche solo binaria, del potere; e del resto se guardiamo alla qualità della nostra classe dirigente troveremmo forse uno Scelba, ma non troveremmo un uomo della visione capace di fare geopolitic­a in questi primi confusi decenni del secolo. È indubbio comunque che i due bisogni, visione e coesione restano; e restano verosimilm­ente paralleli. Varrà la pena allora cominciare a dettagliar­e una offerta politica per fronteggia­rli; sarà faticoso, ma non sarà mai troppo presto.

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