Piombino e il divorzio dagli algerini di Cevital
(ri.que.) Il governo non sarebbe intenzionato a dare ancora credito ai tentativi del gruppo algerino Cevital di rilanciare l’attività industriale della ex Lucchini di Piombino, rilevata dalla amministrazione straordinaria. La formalizzazione dell’avvio dell’iter di rescissione del contratto potrebbe avvenire già domani. Aferpi negli ultimi giorni avrebbe cercato di riguadagnare credibilità accreditando il coinvolgimento di un non meglio identificato partner cinese. Ma le promesse non si sono si sono tradotte in nulla di concreto. In futuro — a parte il rischio di un contenzioso — si potrebbe riproporre il seguente problema: per uscire da Piombino il presidente algerino del gruppo Cevital, Issad Rebrab, vorrebbe recuperare almeno i 120 milioni di euro di mezzi propri messi nell’operazione (ci sono anche 60 milioni di perdite). Troppo per i possibili pretendenti, in primis gli indiani di Jindal. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le «talpe» del segreto svizzero
(g.str.) La Svizzera muove contro le «talpe» del segreto bancario (o più semplicemente della privacy dei clienti, visto che la vecchia formulazione del segreto, per i non residenti, è ormai al capolinea). I procuratori di Zurigo hanno chiesto alla suprema corte della Confederazione un’interpretazione più ampia della legge bancaria, che impone ai dipendenti degli istituti di credito di non divulgare informazioni sui clienti. La richiesta della procura — secondo quanto riporta Reuters — è di allargare la platea di efficacia della legge anche allo staff delle controllate all’estero. Così diventerebbe più facile condannare gli informatori ovunque si trovino nel mondo, dopo i diversi dischetti con tanto di dati che in passato hanno raggiunto Paesi stranieri impegnati a combattere l’evasione fiscale. Intanto continua la corsa dei conti della Banca nazionale svizzera — la banca centrale elvetica guidata da Thomas Jordan (foto) — che nel terzo trimestre dell’anno ha registrato un utile di 32,5 miliardi di franchi svizzeri (28 miliardi di euro), una cifra record, grazie soprattutto ai guadagni sulle posizioni in valuta estera, complice la discesa del franco. Il portafoglio di monete straniere ha raggiunto quota 747 miliardi di franchi (643 miliardi di euro), dopo le ondate di acquisti per evitare eccessivi apprezzamenti del franco, che ieri quotava a 1,16 contro l’euro. Sono cresciuti anche, nei conti della Bns, le azioni e l’oro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Carige, avanti il piano
(m.sab.) Prosegue il piano di rilancio di Banca Carige, che ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con una perdita netta di competenza della capogruppo di 55,5 milioni ma con un margine operativo lordo che torna in positivo per 5,4 milioni. Dopo il deconsolidamento del portafoglio sofferenze di 938,3 milioni cartolarizzato a inizio luglio scorso, il portafoglio crediti deteriorati scende a 6,3 miliardi. In particolare le sofferenze scendono sotto i 3 miliardi. Nell’ambito del processo di «derisking», l’istituto ligure ha in corso le attività di cessione di un secondo portafoglio sofferenze di 1,4 miliardi, insieme alla vendita della piattaforma di gestione. © RIPRODUZIONE RISERVATA