Baci, abbracci e calcio spettacolo ma al Napoli non basta far bella figura
Sfida-chiave con il City di Guardiola. Sarri: «Dobbiamo portarli nell’acqua alta»
Cortesie per gli ospiti parte seconda: come siete bravi, no i più bravi siete voi, esattamente come all’andata quando a Manchester il City la spuntò 2-1 e poi Guardiola in sala stampa sentenziò che lui un’avversaria così non l’aveva mai vista. Ieri seconda maxidose di elogi reciproci in attesa che stasera si giochi a pallone, che poi grazie al cielo è l’unica cosa che conta, specie per il Napoli: il secondo posto del girone sarà un affare a due con lo Shakhtar, che con ogni probabilità oggi farà il pieno col modesto Feyenoord portandosi a 9 punti, quindi è chiaro che non perdere stasera a Fuorigrotta sarebbe per i partenopei un gran colpo, e non solo sotto l’aspetto psicologico. Ne è convinto lo stesso Sarri il quale, dopo aver dato del «mostro sacro» al collega, ha spiegato il suo piano con un’immagine efficace: «Dobbiamo portarli nell’acqua alta». Giocare cioè da Napoli — dispositivo compatto, triangolazioni mezz’ala-esterno, cambi campo di prima — con l’obiettivo di togliere l’aria al City soffocandone il gioco, sfidandolo insomma con la stessa arma, quel possesso palla che in Europa nessuno pratica come i Citizens (68,6%, il Napoli è quinto con 60,9). Fondamentale però cominciare a farlo subito e non dopo mezz’ora come avvenne all’Etihad quando al 13’ si stava già sotto di due gol. «Loro hanno un impatto con la partita devastante» ha spiegato il tecnico toscano che poi ha tirato fuori l’orgoglio: «Gli imbattibili non esistono». Occhio, poi: il City con un pari è agli ottavi. Ad ogni modo la sensazione è che proprio la Grande atteso Dries Mertens, 30 anni, al Napoli dal 2013 Quest’anno 13 gol, 2 in Champions (Afp) partita d’andata, per quanto conclusasi con una sconfitta, abbia dato al Napoli una consapevolezza dall’impatto mentale superiore perfino alla cavalcata in campionato. Paradossale? Fino a un certo punto.
Pep ha risposto qualche ora più tardi dalla sala conferenze dell’hotel Vesuvio: «Sarà un piacere rivedere Maurizio, un onore essere qua». Pare gli abbiano riservato la suite migliore, quella che di solito va ai capi di Stato o ai divi di Hollywood in villeggiatura, mai agli allenatori: questo per dire che, forse per via di una specie di empatia estetica, o di comune senso del sentire il calcio, verso i visitanti britannici a Napoli si percepisce un’ammirazione sincera. Che però, puntualizza Callejon, «non è paura». Avanti con i titolarissimi e il tridente dei piccoletti: lo spagnolo si muoverà insieme a Insigne e Mertens per il quale contro De Bruyne sarà un duello nel duello, visto che sono grandi amici oltre che compagni di squadra nel Belgio.
Quello dei Citizens sarà un 4-1-4-1 con Fernandinho play sul quale sarà cruciale la copertura avanzata di Allan, quindi batteria di mezzepunte e Aguero centravanti. Ottimi giocatori, ottimi allenatori e, chissà, probabilmente anche ottimo spettacolo: di certo il San Paolo farà la sua parte, si arriverà sui 45 mila, soglia significativa per la Champions. Verrebbe da dire «allacciate le cinture», se non fosse che agli inglesi le hanno vietate: ragioni di sicurezza dopo le scazzottate dell’andata.
Sarri Loro hanno un impatto con la partita devastante, ma non esistono squadre imbattibili Guardiola Giocare con il Napoli ci chiede di dare qualcosa di più del solito per riuscire a superarli