Motori del futuro, le proposte non piacciono alla Ferrari
Non sono volati gli stracci ma le carezze proprio no. Dopo l’incontro di ieri a Parigi sul futuro della Formula 1 restano profonde distanze fra le posizioni di Liberty e della Federazione e quelle di Ferrari e Mercedes, e pare anche Renault.
Il tema caldo riguarda i motori del 2021: le proposte non convincono, un conto è modificare l’architettura delle power unit ibride, un altro è stravolgerla. Siamo ancora nelle fasi iniziali, le discussioni proseguiranno per un anno con aggiustamenti e concessioni dall’una e dall’altra parte. Ma da quanto emerso in Francia la svolta va nella direzione degli inglesi, di squadre come la Red Bull che chiedono meno tecnologia, mentre risulta indigesta ai grandi gruppi automobilistici.
A Maranello (erano presenti al meeting Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto) c’è freddezza e stupore non solo sugli ingredienti tecnici ma anche per le dichiarazioni di Ross Brawn che parla di interesse comune per il bene dello sport. La condivisione non c’è, soprattutto per l’asse italo-tedesco: aspettiamoci una battaglia intensa. Gli americani vogliono ridurre i costi, aumentare lo spettacolo attraverso una maggiore competizione e spingere nuovi costruttori (Porsche e Aston Martin, e «indipendenti» come Cosworth) a entrare nel Circus. La loro tesi è semplice: nessuno è disposto rischiare dopo aver assistito al clamoroso fallimento della Honda. Dopo aver vinto tutto ai tempi di Prost e Senna, i giapponesi dal 2015 — con la McLaren — hanno registrato zeri podi e un’infinità di guasti.
La ricetta per il 2021 prevede di mantenere gli attuali V6 turbo (niente doppia sovralimentazione come chiedeva la Ferrari) con una parte elettrica semplificata. Sarà abolito l’ Mgu-H, uno dei propulsori a batterie, il più complesso e costoso, mentre verrà mantenuto e potenziato l’altro che diventerebbe una sorta di «super Kers». Per favorire lo show, come già avveniva, saranno i piloti ad azionare la riserva di energia in gara. Ciò dovrebbe favorire sorpassi, attacchi imprevedibili e strategie più spregiudicate. Capitolo rumore: per aumentarlo le turbine lavoreranno a regimi di rotazione più alti (3.000 giri in più), mentre sul fronte finanziario la standardizzazione di alcune componenti (come elettronica e batterie) dovrebbe alleggerire i budget.
Brawn cita anche i tifosi: «Abbiamo analizzato ciò che pensano degli attuali motori e cosa vorrebbero vedere. L’obiettivo è facilitare l’ingresso di nuovi fornitori per avere un livellamento di prestazioni nei Gran Premi». La risposta di Ferrari &co. è attesa già la prossima settimana, lo Strategy Group del 7 novembre promette scintille.