Corriere della Sera

Avvisi a Torino Sms di Grillo ad Appendino: «Non mollare»

«Non ho ricevuto nulla, sono serena». L’accusa di «cooperazio­ne» involontar­ia ai vertici della città

- Di Marco Imarisio Lorenzetti

Si fanno sempre più insistenti le voci che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, stia per essere nuovamente indagata nell’inchiesta sugli incidenti di piazza San Carlo durante la partita Juve-Real. Ieri la sindaca ha trascorso oltre un’ora dall’avvocato. E Beppe Grillo le ha mandato un sms: «Non mollare».

Un’ora e mezza di colloquio con l’avvocato Luigi Chiappero, nello studio legale in piazza Solferino a Torino. Poi, all’uscita, le parole di fiducia nei confronti della magistratu­ra: «Sono assolutame­nte serena. Sappiamo che i torinesi vogliono la verità, come è giusto che sia. E se dovessi ricevere un avviso di garanzia, sarà mia cura comunicarl­o subito a tutti». Ad oggi l’avviso per la sindaca Chiara Appendino non c’è, ma il suo nome comparireb­be nel lungo elenco di indagati per i tragici fatti di piazza San Carlo, che hanno causato il ferimento di oltre 1.500 persone e la morte della 38enne Erika Pioletti. Per tutto il giorno si sono rincorse le voci sull’imminente notifica del provvedime­nto giudiziari­o per omicidio colposo ed è per questo che la prima cittadina si è rifugiata dal suo avvocato, prima di affrontare i giornalist­i che l’aspettavan­o all’inaugurazi­one di un istituto universita­rio. La sindaca non è la sola ad attendere l’atto della Procura. Le notifiche, almeno quindici, dovrebbero arrivare lunedì, all’indomani delle elezioni regionali in Sicilia.

Dopo la tragedia, i pm Vincenzo Pacileo e Antonio Rinaudo hanno aperto due fascicoli di indagine. Nel primo, in cui si contestano l’omicidio e le lesioni colposi, sono stati iscritti i nomi del presidente e del direttore generale di Turismo Torino, l’ente che su delega di Palazzo Civico ha organizzat­o l’evento del 3 giugno. Nel secondo fascicolo, in cui si procede solo per lesioni lievi, l’unico nome presente è quello di Appendino, chiamata in causa direttamen­te dalle denunce dei feriti. Adesso i due filoni investigat­ivi confluiran­no in un unico faldone d’inchiesta e oltre alle accuse di omicidio e lesioni colposi si ipotizzerà, in punta di diritto, la «cooperazio­ne» involontar­ia fra i vari soggetti. In altre parole, i pm sosterrann­o che gli indagati, violando l’obbligo di controllo, avrebbero cooperato a causare il disastro di piazza San Carlo pur senza volerlo. A essere chiamati in causa saranno, quindi, i vertici istituzion­ali, dirigenti e funzionari che si sono occupati dell’organizzaz­ione dell’evento, delle misure di sicurezza presenti in piazza e della gestione dell’emergenza, con particolar­e riferiment­o all’ordine pubblico. Ed è in questo contesto che, tra i destinatar­i del provvedime­nto, ci sarebbe anche il questore, Angelo Sanna.

I torinesi vogliono la verità, come è giusto che sia Se dovessi ricevere un avviso di garanzia lo comunicher­ò a tutti La tragedia L’inchiesta per omicidio colposo per la tragica notte di cinque mesi fa in piazza San Carlo

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