C’è un robot in giro che regala abbracci
Èalto un metro e settanta e pesa cento chili. Si chiama Reem ed è un robot. Gira per Milano e parla con la gente. «Vuoi farti un selfie con me?» e propone anche di prendere uno spritz insieme.
nelle insidie di un gradino, dà il cinque a Marco, che ha 7 anni, e negli occhi la luce di uno che si ritrova di colpo davanti una scena che manco nei pomeriggi di gloria sul divano davanti al cartone animato più bello. Giovanni, che invece ne ha 60 è talmente entusiasta da ripetere cento volte la stessa domanda come avesse davanti il pappagallo di fiducia. C’è Lucia, che si ritocca il trucco per non sfigurare nella foto ricordo e Ahmed che non rinuncia al business e tenta di vendergli una rosa.
Poi Reem riconosce la parlata di un turista americano e gli traduce il suo saluto allargando le braccia. Due bambini ne approfittano e si tuffano in un abbraccio bello anche se rigido. Sullo stesso marciapiede c’è poi chi sul mimo del robot ha costruito il proprio mestiere
Videosorveglianza Creato a Barcellona, un suo simile è stato testato a Dubai per fare videosorveglianza
di strada e per un giorno viene battuto da una concorrenza che va oltre la fantasia. Ma tanto Reem stasera farà le valigie e ripartirà sul suo furgoncino verso casa a Barcellona.
Tutti e felici e contenti, anche se Marco riguarda il selfie insieme a mamma e papà: «Non mi ha sorriso» dice con una vena di malinconia. I figli di Reem fra qualche anno saranno in grado di fare pure quello.