«La forza della stampa? Qualità e affidabilità»
Audipress: testate a pagamento insostituibili. Costa (Fieg): pubblicità, chi investe di più premiato dal Fisco
«Le Cassandre che preconizzavano la fine della stampa hanno sbagliato. E l’impegno per gli operatori è chiaro: vincere la sfida della credibilità». Maurizio Costa, presidente della Fieg ha concluso così ieri a Milano i lavori del convegno durante il quale Audipress ha presentato la ricerca «Il valore della stampa, vissuti e aspettative dei lettori», realizzata da Episteme.
E in effetti dalla indagine qualitativa, che ha raccolto i risultati di 200 interviste, si ricava un messaggio forte sull’apprezzamento per la qualità dell’editoria giornalistica professionale: il pubblico selezionato e qualificato dei lettori, di fronte a una iper-offerta polverizzata di contenuti, piattaforme e media, riconoscono nella stampa un «kit di sopravvivenza», grazie alla funzione di garanzia nel controllo delle fonti, alla affidabilità, alla qualità degli approfondimenti. «Le testate a pagamento rappresentano una dotazione minima dei saperi, ciò che non si può non conoscere. Sono insostituibili», ha sottolineato Monica Fabris illustrando la ricerca di Episteme. E lo sono anche per la pubblicità: «Si verifica un costante trasferimento di autorevolezza tra prodotto editoriale e messaggio pubblicitario», ha detto Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di Upa (l’associazione delle aziende che investono in pubblicità), con una «funzione identitaria e distintiva per il lettore» che si riconosce nelle testate e segue con più attenzione anche il messaggio pubblicitario.
Lo scenario è cambiato rispetto a qualche anno fa. «Veniamo da un decennio pesantissimo», ha detto Costa, «un
settore che perde il 50% dei ricavi e il 60% della pubblicità vuol dire che ha una capacità di reazione straordinaria, nonostante l’ingresso di un convitato di pietra, i grandi player
della rete, che nel mercato pubblicitario realizza un fatturato più che doppio rispetto a tutti i quotidiani e periodici».
E se alla base della capacità di reazione ci sono qualità e affidabilità, non va trascurato anche che «quello passato è stato un biennio positivo», ha sottolineato Costa, «anche per il forte impegno dell’azione governativa. Abbiamo avuto una legge sull’editoria con la creazione di un fondo per il pluralismo e uno stanziamento di risorse che stanno consentendo un ricambio generazionale. La Fieg ha concluso un accordo con l’Anci per la modernizzazione dei punti vendita. Da ultimo, la disposizione sul credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa. Manca ancora l’ultimo miglio, ma tale misura significa molto anche dal punto di vista simbolico: viene riconosciuto che l’editoria professionale ha una funzione all’interno della società civile, che va tutelata».