Sicilia, assolto De Luca per un abuso d’ufficio
Considerato «impresentabile» in campagna elettorale e arrestato mercoledì scorso dopo il voto di domenica per una presunta maxi evasione fiscale, Cateno De Luca, l’estroverso deputato in quota Udc, ha superato senza danni il suo quattordicesimo processo (tra assoluzioni e prescrizioni): l’accusa della Procura di Messina era di abuso di ufficio per il cosiddetto sacco edilizio del suo paese, Fiumedinisi.
Assolto «perché il fatto non sussiste». Un verdetto accolto da una ovazione nell’aula affollata da 150 simpatizzanti, gli stessi che avevano manifestato sotto casa di De Luca interagendo con lui via Facebook, in vista di un altro appuntamento al Palazzo di giustizia per stamane, quando il gip lo interrogherà per la prima volta nel procedimento sull’evasione fiscale legata alla Federazione di piccoli imprenditori, la Fenapi, di cui De Luca è direttore generale.
Certi che la spunteranno anche in questo caso, gli avvocati Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi chiederanno la cancellazione degli arresti domiciliari scattati nel blitz di mercoledì. Con De Luca pronto alla reazione: «Adesso potrò prendere il mio seggio in Regione. In questo tribunale ci sono giudici onesti e altri meno». Appena assolto ieri eccolo «scatenato», come egli stesso gigioneggia giocando sul suo nome, contro Matteo Salvini: «Ora vado alla Regione anche contro Salvini che su di me ha dato giudizi falsi. È venuto anche ai convegni della Fenapi e voleva che entrassi nella Lega».
Irrompe anche l’avvocato Taormina dando la sua spiegazione degli attacchi a De Luca: «Sono di matrice politica, mafiosa e massonica perché non piace alla Messina bene preoccupata di ritrovarselo come sindaco».