TROVARE IL TEMPO GIUSTO PER IL MALATO
«Non basta il tempo», «se ci fosse tempo». Per chi lavora in sanità il problema assume connotazioni diverse. Gli operatori percepiscono il tempo come insufficiente per far fronte a tutte le incombenze da affrontare. Per chi ha bisogno di assistenza il tempo «non passa mai» nelle attese ed è troppo poco quello della visita. Gli antichi greci usavano due termini: chronos e kairos. Il primo si riferisce al tempo cronologico, sequenziale. Il secondo è l’occasione, il momento che si sta vivendo: veloce nei momenti entusiasmanti e lento in quelli tristi. Chi dirige una struttura di oncologia sa quanto sia importante l’organizzazione del tempo. Una prima visita, con cui inizia la “presa in carico”, dura più di un controllo. È poi necessario tempo per programmare accertamenti e trattamenti.
Oggi il tempo che dedichiamo a ciascuna fase, per una persona con tumore, ha contenuti diversi da alcuni anni fa. Le spinte al cambiamento sono note: evoluzione professionale, innovazione farmacologica, modificazioni etiche e culturali della società. Eppure l’organizzazione del lavoro fatica a tenerne conto. Il livello che pretendiamo dal Servizio Sanitario è alto, quello che si fa per allineare la qualità attesa con l’organizzazione quotidiana non è sufficiente. Una persona che riceve una diagnosi deve avere il tempo per elaborare e comprendere l’informazione. Spesso non può farlo durante la prima visita. Quanti di noi possono programmare una seconda visita a breve per consentire al paziente di capire bene che cosa sta accadendo e prepararsi consapevolmente al percorso di cura? Anche la prescrizione di una cura oggi ha implicazioni complesse: quanto tempo è necessario perché il consenso sia davvero informato ? Sono aspetti che impattano profondamente sull’organizzazione del lavoro. È una partita che come oncologi dobbiamo giocare, rappresentando alle Istituzioni le nuove esigenze di chi è curato per un cancro e di chi se ne prende cura. Le associazioni dei professionisti (Aiom, Associazione Italiana Oncologia Medica e Cipomo, Collegio Italiano Primari Oncologi Ospedalieri) hanno sottoscritto da poco un documento che affronta la questione “tempo” per farla diventare un’innovazione organizzativa. È un primo passo: dobbiamo sperare che chi governa le Aziende sanitarie sappia dare valore a queste proposte. Immaginare quello che vorremmo trovare, se toccasse a noi, è il modo corretto per farci guidare nelle decisioni.