L’Europa: sui conti fate di più
Nuova lettera, giudizio finale rinviato a maggio. Ma il Pil è ai massimi da 6 anni
«I conti italiani non dicono la verità»: l’attacco arriva dal vicepresidente della Commissione europea, il finlandese Jyrki Katainen. Nessuna risposta da parte del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Da Bruxelles dovrebbe partire una lettera di richiamo al nostro Paese con richiesta di chiarimenti. Intanto il Pil italiano è ai massimi da sei anni.
Ancora un più davanti. Nel terzo trimestre del 2017, il Pil italiano è aumentato dello 0,5% rispetto a tre mesi fa e dell’1,8 rispetto allo stesso periodo del 2016. Una variazione acquisita, sottolinea l’Istat che ha fatto la stima preliminare, sull’1,5%, cifra che anche il Fondo monetario internazionale stima per la crescita in Italia nel 2017. «Questo è un dato importante — ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni —, l’economia accelera per merito delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori, il sistema italiano si è messo in moto». Ma, avverte il premier, forse pensando ai 4 mila emendamenti presentati sulla manovra, «non dobbiamo disperdere e dilapidare questi risultati».
Nel terzo trimestre il Prodotto interno lordo dell’Italia è cresciuto più che in Gran Bretagna (+0,4%) e Olanda (+0,4%) e come in Francia. E se l’Eurozona segna un +0,6% e gli Stati Uniti un +0,7%, Germania e Spagna continuano a correre entrambe con lo 0,8%.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan su Twitter ricorda che «dal 2014 in Italia il Pil pro capite cresce più che altrove» e rivela che «c’è grande ottimismo tra gli investitori perché l’Italia cresce come si pensava, anzi un po’ di più». Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda invita alla cautela: «L’Italia sta camminando ma bisogna fare attenzione a non perdere l’abbrivio, c’è ancora molto da fare». Ma Matteo Renzi azzarda: «Nel 2018 raggiungeremo la Germania perché i dati sulla produzione industriale vanno in quella direzione. Fino a tre anni fa la situazione era drammatica, ma poi ci siamo tirati su le maniche e abbiamo bloccato l’emorragia, il tempo dimostra chi aveva ragione».
Secondo l’Istat, la crescita tendenziale del Pil all’1,8% è la più alta da oltre 6 anni. La variazione dell’1,5% per il 2017 è la sintesi di una contrazione nel comparto dell’agricoltura, gravato dalla siccità, e di un aumento nei settori dell’industria e dei servizi. Cresce sia la domanda interna (al lordo delle scorte) sia quella estera. Ma, notano al Mef, non è escluso che la crescita annuale possa ancora migliorare ed essere «un po’ più alta» di quell’1,5% fissato nella nota di aggiornamento al Def.
E se il settore dell’agricoltura è in sofferenza (Coldiretti conta danni sopra i due miliardi di euro nel 2017 causati dal clima impazzito), il turismo invece continua a crescere. Confesercenti lo definisce «uno dei motori fondamentali del rilancio della nostra economia» che «ha segnato un’estate record di successi e che pesa, in termini di valore aggiunto, per oltre il 10% del totale» e perciò invita il governo a «impegnarsi con una seria politica di sviluppo turistico».
Per quanto riguarda l’inflazione invece, l’indice nazionale dei prezzi al consumo nello scorso mese di ottobre è sceso dello 0,2% su base mensile ma è aumentato dell’1% rispetto all’ottobre 2016 (in settembre era +1,1%). L’Istat ha spiegato che il lieve rallentamento è dovuto quasi esclusivamente all’inversione di tendenza dei prezzi di servizi vari (-1,1%), come ad esempio quelli per l’istruzione universitaria dopo l’entrata in vigore delle nuove regole sulle rette per gli studenti. Aumentano invece i prezzi degli alimentari non lavorati (+3,8%) e quelli degli energetici regolamentati (+3,9%). L’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2% per l’indice generale.